Addio all’ovovia, Recoaro scommette sul turismo regolamentato

Recoaro dice addio all’ovovia che dal centro sale a Recoaro Mille e pensa ad un nuovo modello di turismo della montagna: “I costi per la gestione dell’ovovia sono troppo alti e sproporzionati all’utilizzo, inoltre è necessario conciliare il crescente afflusso di turismo con la necessità di preservare le nostre montagne, se serve mettendo accessi regolamentati e a pagamento”.
Il dibattito sulla gestione del turismo montano, la necessità di mettere delle regole e la sostenibilità economica degli impianti di risalita tornano prepotentemente alla ribalta, come testimonia la recente decisione dell’amministrazione comunale di Recoaro Terme che ha definitivamente dismesso la sua ovovia, realizzata nel 1995 e ferma ormai dal 2017. Le cifre parlano chiaro: per rimetterla in funzione, a causa di una necessaria revisione ventennale, sarebbero stati necessari quasi 3 milioni di euro. Un costo insostenibile per le casse comunali, a cui si sarebbe dovuto aggiungere il costo per la gestione ordinaria.
“Una cifra che non abbiamo – spiega il sindaco Armando Cunegato – Ma al di là del costo per l’ovovia in sè, sono i costi fissi ad essere molto alti e non sono gestibili dal comune. In molte zone c’è una gestione condivisa tra pubblico e privato, a Recoaro è solo del comune”.
L’impianto, ormai in disuso, è in fase di valutazione per una possibile cessione ad un altro comune interessato, ma l’iter richiederà comunque una gara per la sua immissione sul mercato.
A far riflettere gli amministratori di Recoaro sulla gestione del turismo è il cambiamento delle stagioni, in quanto alle altitudini delle montagne dell’Alto Vicentino ormai da anni non nevica più, ma soprattutto il recente ‘assalto’ alla montagna da parte di turisti che non sempre rispettano i luoghi che vanno a visitare.

“Oltre al cambiamento delle stagioni, bisogna riflettere sulla tipologia di turismo che frequenta la nostra zona – spiega Cunegato – Oggi il turismo è fatto senza rispetto della natura e ci sono zone esageratamente frequentate. A Recoaro le montagne non hanno avuto uno sviluppo e uno sfruttamento imponente e sono ancora intatte. Vanno conservate per quello che sono. Bisogna creare una forma di turismo nuova, di nicchia, dove la natura è protagonista e viene salvaguardata. Un turismo aperto a tutti coloro che rispettano determinate regole, che rispettano la natura in primis”.
Il nuovo modello: turismo di nicchia e accesso regolamentato
La soluzione sulla quale sta lavorando e riflettendo l’amministrazione comunale di Recoaro è radicale: costruire una nuova forma di turismo, di nicchia, dove la vera protagonista è la natura. La proposta è di costruire modalità e regolamenti nell’utilizzo della montagna, arrivando a far pagare le entrate per poi utilizzare le entrate per sistemare sentieri, strade e boschi.
“Bisogna costruire modalità e regolamenti nell’utilizzo della montagna, anche facendo pagare le entrate – sottolinea il sindaco – Da noi le aree sono quasi esclusivamente di proprietà privata. Si potrebbero mettere orari, accessi a pagamento. Il denaro che si raccoglie serve a mettere in ordine le strade, a salvaguardare la natura, a segnalare e regolamentare i sentieri da percorrere. Il tutto con la visione di salvaguardare i territori ma anche i proprietari. Dall’altro lato noi garantiamo al turista una montagna che ha una bellezza che è rimasta intatta. Non è sicuramente un turismo redditizio quello a cui stiamo pensando, ma un turismo che guarda in avanti, valorizzando l’integrità ecologica come risorsa principale e non negoziabile”.
L’obiettivo è chiaro: garantire un futuro sostenibile per le montagne, mettendo la tutela dell’ambiente al centro di ogni strategia di sviluppo.