Covid, Zaia: “Due mesi di calo hanno dato ossigeno agli ospedali, ma torna la turbolenza”

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Crescono in maniera via via più incisiva i dati sul Covid-19 che ormai certificano l’arrivo anche in Veneto della temuta terza ondata. Il report giornaliero delineato giovedì a mezzogiorno dal governatore della regione Luca Zaia snocciola i consueti numeri ma la cifra più indicativa è quella riguarda gli attualmente positivi: 26.601 i veneti alle prese con il coronavirus, oltre 800 in più rispetto a ieri e con un’inversione di tendenza assodata che preoccupa, dopo il “crollo” dei contagi che si era registrato per un mese e mezzo dai 90 mila di fine dicembre. Temi importanti toccati nella conferenza stampa odierna quella del vaccino ai negativizzati, il possibile rientro in fascia arancione, il valore Rt salito a 1,12 e la situazione nelle scuole.

Torna a stabilirsi sopra quota mille il riscontro relativo ai nuovi casi giornalmente inseriti nella tabella di Azienda Zero dai laboratori accreditati in Veneto: sono 1.487 i positivi al Covid, dato triplicato rispetto a solo una settimana fa. “Ci sono regioni vicine più in sofferenza rispetto a noi – dice Zaia -, come Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Lombardia, dove si stanno prendendo provvedimenti da quanto sento. Temo che torneremo a ballare un po’, in senso negativo. Due mesi di calo dei contagi hanno permesso almeno di dare ossigeno ai nostri ospedali”. L’incidenza media di casi è di 151,3 positivi su 100 mila abitanti, nelle ultime due settimane.

OSPEDALI COVID. Se non lasciano presagire nulla di buono all’orizzonte i numeri relativi ai contagi generali uno spiraglio di maggior ottimismo sul lungo periodo si riscontra sul piano dei ricoveri ospedalieri. Nei reparti straordinari dedicati ai malati di Covid non critici i posti letto occupati sono sull’ordine del 14% sul totale, mentre per le terapie intensive la percentuale scende al 12%. In ospedale rimangono 1.358 persone, sono 8 in più rispetto a ieri, con 20 morti nelle ultime 24 ore. E’ semmai il trend di questi giorni a preoccupare, intrecciando la comparsa delle “varianti” alla lentezza di forniture di vaccini: “La curva dei contagi si sta alzando, non possiamo dire fino a dove arriverà. Certo ci aspetta un periodo difficile”. Sull’eventualità di tornare in zona arancione, Zaia si smarca da previsioni tombali: “Abbiamo una situazione atipica – ha spiegato oggi -, perché la Regione Veneto rischia di andare in zona arancione da lunedì prossimo con tassi di ospedalizzazione invece da zona gialla”.

SCUOLE. Come preannunciato nel punto con la stampa di ieri l’apparato amministrativo-sanitario in regia sull’emergenza sanitaria in Veneto continua a seguire con attenzione le rilevazioni dalla scuole. Con impegnate Ulss ed enti locali (Comuni) a fornire aggiornamenti e input utili per capire quali misure mettere in campo nei confini di manovra delimitati dal nuovo Dpcm, il primo a firma di Mario Draghi. “Non si è deciso ancora nulla, ma siamo preoccupati: seguiamo a vista la scuola con un’analisi epidemiologica seria”. Sono 34.152 gli studenti delle scuole che sono finiti in quarantena, 2.238 i docenti, il tutto negli ultimi due mesi, tra i numeri oggetto di analisi resi noti. Nelle superiori i numeri sono raddoppiati a due settimane dalla riaperture delle lezioni in presenza “alternata”.

VACCINI. Una novità che riguarda il notiziario nazionale viene evidenziata da Zaia sul tema dei negativizzati al coronavirus, dopo averlo contratto nei mesi scorsi. Per i malati e/o contagiati nel corso della prima ondata della pandemia le procedure saranno quelle note fino ad oggi, quindi con doppia somministrazione di antivirus, mentre per chi è stato infetto nell’arco degli ultimi 6 mesi viene ritenuta sufficiente un’unica somministrazione. Un’indicazione da parte del mondo medico scientifico che verrà subito recepita da chi si occupa di organizzare la distribuzione delle dosi, e che diventerà legge.