Soccorso alpino, +15% le persone recuperate in montagna, soprattutto per impreparazione

Sono aumentate del 15% le persone recuperate in montagna dal soccorso alpino veneto, mentre gli interventi hanno fatto segnare un più 13%. Lo dicono i dati – presentati a Belluno questa mattina – relativi agli interventi e all’attività del Soccorso alpino e speleologico Veneto. A fare il punto il presidente del Soccorso alpino e speleologico Veneto Rodolfo Selenati, il delegato del Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi Alex Barattin, il vicedelegato del Soccorso alpino Prealpi Venete, il vicentino Luca Nardi.

Continuano infatti ad aumentare negli anni gli interventi di persone infortunate o in difficoltà sulle montagne del Veneto: 1.183 nel 2022, con 1.333 persone soccorse. Da segnalare l’elevato numero di persone illese recuperate, 569 (il 42.7% del numero complessivo delle persone soccorse nel 2022, percentuale consistente e che non denota nessuna diminuzione rispetto agli anni precedenti). La maggior parte a causa di imperizia, scarsa forma fisica, inadeguata attrezzatura e preparazione. Caduta e scivolamento sono sempre all’origine degli incidenti, mentre l’escursionismo è la disciplina maggiormente rappresentata. In aumento le emergenze sulle ferrate, i recuperi di vele e ciclisti su bici a pedalata assistita.

Difficile a questo punto – per il Soccorso alpino – non concludere che sia in aumento la tendenza ad affrontare la montagna con una metodologia irresponsabile e senza un minimo di preparazione fisica, consapevoli forse di poter contare su un efficiente sistema di soccorso. Gli incidenti in pista si portano a quota 90, in netto aumento rispetto agli anni precedenti, dato dovuto essenzialmente alla riapertura degli impianti post emergenza Covid.

I decessi
Per quanto attiene le persone morte durante escursioni in montagna nel 2022 il numero è aumento rispetto agli anni precedenti attestandosi a 70 morti con un +11% rispetto al 2021. Quest’ultimo trend dipende in realtà da fattori piuttosto diversi che non sono sempre riconducibili a ragionamenti coerenti con la statistica, tuttavia le attività più coinvolte risultano essere, l’escursionismo, l’alpinismo, il lavoro e, non ultimo, i casi di autolesionismo dovuti essenzialmente al disagio sociale, che nell’ultimo quinquennio sono in costante aumento.
Purtroppo la percentuale di persone assicurate è sempre bassissima: lo 0,6%.

La Marmolada
Una menzione merita l’impegno del soccorso alpino veneto nella tragedia della Marmolada del 3 luglio 2022: i suoi volontari, in collaborazione con i colleghi trentini e le squadre della guardia di finanza e dei vigili del fuoco di Trento hanno portato in salvo in tempi rapidi, grazie al supporto dell’elisoccorso di Pieve di Cadore e di Cortina e le analoghe strutture trentine, le otto persone ferite, oltre a proseguire per i giorni successivi alla ricerca dei dispersi ed al loro recupero ed identificazione, in collaborazione con tutte le istituzioni presenti. Un pensiero, presentando i dati, i dirigenti del Soccorso alpino veneto hanno voluto mandarlo proprio alle vittime della Marmolada, e in particolare all’istruttore regionale e guida alpina valdagnese Paolo Dani. Non è mancato anche un ringraziamento a tutti i volontari delle 28 stazioni e alle loro famiglie, senza dimenticare i datori di lavoro che ci permettono di intervenire. Fondamentali anche quest’anno si sono rivelate le collaborazioni con la Regione Veneto, (assessorati alla sanità e protezione civile, con i Suem provinciali), con il Soccorso alpino della Guardia di finanza, nonché con Dolomiti Emergency e Arpav. Alla presentazione era presente il direttore del Suem di Belluno Giulio Trillò e in collegamento il direttore del Suem di Padova Andrea Spagna e quello del Creu Paolo Rosi.