Veneto, Fase 3 alle porte. Lascia Mantoan, 3mila positivi in più e 122 in terapia intensiva

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Il punto della situazione al termine della settimana più “nera” in termine di escalation di cifre riguardo al trend di contagi in Europa, Italia e Veneto rende noto un ulteriore balzo di circa 3 mila nuovi contagi nella regione presieduta dal presidente Luca Zaia. Il quale ha aperto la conferenza stampa di venerdì dalla sede di Marghera della protezione Civile con l’ufficializzazione dell’addio a Domenico Mantoan, ex direttore generale di Azienda Zero e di fatto della sanità in Veneto che ora passa all’agenzia nazionale Agenas, organo di raccordo tra servizi sanitari territoriali e Governo.

La notizia era trapelata da fonti ministeriali già ai primi di settembre. Bocche cucite invece da parte del governatore riguardo al trasferimento nella capitale dell’ex consulente di fiducia Andrea Crisanti, che lascia l’università di Padova per trasferirsi al centro nazionale di malattie infettive Spallanzani di Roma. In due diversi momenti, Zaia ha preferito non offrire alcun commento alle domande dei giornalisti presenti riguardo il collaboratore della prima ora allo scoppio dell’epidemia.

Continua il ricorso ai tamponi rapidi in tutte le Ulss, al ritmo di circa 10 mila giornalieri, mentre il totale complessivo dei molecolari ha raggiunto la quota 2 milioni e 310 mila circa analizzati in laboratori di microbiologia. Ad oggi i veneti affetti da coronavirus nelle sue diverse forme risultano essere 26.547, vale a dire 3.012 in più rispetto al dato di 24 ore prima. Circa il doppio il computo totale da fine febbraio (54.256 per la precisione). E’ l’incremento più alto in assoluto da inizio epidemia, per la prima volta sforando la soglia delle tremila unità. Sono 877 i malati ospedalizzati in aree non critiche, di cui 122 in terapia intensiva: qui il dato saliente, che indica un +20 in un solo giorno di soggetti in gravi condizioni attaccati ai respiratori. Un quinto in più rispetto a ieri. Da inizio epidemia 2.388 i morti in Vento, deceduti in corrispondenza del virus Covid-19 come concausa.

Nel corso della consueta “passerella” di cifre elaborate da Azienda Zero per conto della Regione Veneto, Luca Zaia ha mostrato come il 98,24% delle persone che rimangono a domicilio risultate positive ai tamponi risulti del tutto asintomatica, per arrotondamento, mentre meno l’1,76% presenterebbero segni di malattia ritenuti curabili comunque in ambito domestico. Attenzione, però, che il dato offerto è “al netto” del numero di malati ospedalizzati in aree non critiche (infettivologia e pneumologia) e in terapia intensiva, esclusi dal conteggio, quindi riguarda i soli casi noti di positività non ospedalizzati. Fuori conferenza, il dato complessivo mostra come ad oggi il 5,46% dei 26.547 veneti infetti presenti una sintomatologia marcata o grave, e il 94,54% rimanga attesa del trascorrere dei 10 giorni di quarantena e del tampone negativo di controllo.

“A marzo in proporzione trovavamo il doppio dei positivi – Zaia – per fare piani di sanità pubblica bisogna guardare ai numeri. Non bisogna essere nè ottimisti nè pessimisti, ma solo obiettivi. Li troviamo perchè li andiamo a trovare, tracciando familiari e amici attraverso il conctact tracing. I Covid center da aprire? Saranno dieci, ci siamo molto vicini con le terapie intensive, stiamo attrezzando le strutture: domani o dopodomani raggiungeremo inoltre temo i 900 ricoverati secondo il trend di questi giorni, la curva esponenziale dei ricoveri in aree non critiche sta prendendo la stessa piega di allora. Meno, invece, per le terapie intensive, l’ascesa è più lenta. La punta di fine marzo era 359 come raffronto, a un mese o poco più dallo scoppio epidemia. Fortunatamente siamo ancora lontani da questa cifra, ma sia chiaro che rimaniamo non solo preoccupati, ma di più, finchè la curva non comincerà a scendere”.