Pfas, rese note le motivazioni della condanna: “Non una sottovalutazione, ma una scelta”

La sentenza della Corte d’Assise di Vicenza in merito alla vicenda Pfas risale allo scorso 26 giugno. Ora sono state rese note le oltre duemila pagine di motivazioni sulla base delle quali i giudici hanno condannato undici imputati a 141 anni di reclusione, oltre a disporre sostanziosi risarcimenti ammontanti a decine di milioni di euro.
Miteni, secondo i giudici, sapeva di inquinare. Eppure, ciò nonostante, ha continuato per anni a produrre sostanze nocive quali Pfas, GenX e C604. Il tutto al solo scopo di guadagnare, senza alcuna considerazione per le conseguenze che la sua condotta avrebbe avuto sull’ambiente e la salute pubblica. E a dispetto, inoltre, del fatto che l’azienda disponesse, fin dal 2009, di un minuzioso quadro informativo sulla contaminazione del sito e delle acque di falda. Tuttavia Miteni non cessò la produzione. E questa, secondo la Corte d’Assise berica, non fu una sottovalutazione. Ma una scelta precisa.
Processo Pfas, condanne pesanti per gli ex vertici Miteni: 141 anni di carcere
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