Volano i prezzi dell’alimentare, Coldiretti: “Le aziende agricole non riescono neanche a coprire i costi”

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I continui rincari di energia elettrica e materie prime sta riducendo sempre più la spesa alimentare dei cittadini che di giorno in giorno riducono gli acquisti svuotando i carrelli. E’ quanto emerge dai dati Istat e, Coldiretti Vicenza, lancia l’allarme commentando gli aumenti dei prodotti sugli scaffali, ad esempio della verdura saliti del 25 per cento, lo stesso vale per la frutta con un rilevante +6,5%. Secondo l’associazione di categoria, però, qualcosa non torna tanto che, solo per fare un esempio, per comprare un caffè bisogna vedere 4 chili di mele.

“La situazione, giorno dopo giorno, si fa sempre più insostenibile. È indispensabile porre fine, una volta per tutte, alla speculazione che si verifica sul prezzo dei prodotti dal campo allo scaffale. I consumatori sono buoni testimoni di quanto sta accadendo e sanno bene che gran parte dello stipendio, che non ha subito alcun aumento, se ne va per la spesa alimentare e per pagare le bollette, che stanno flagellando anche le nostre imprese agricole ed i nostri allevamenti”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, commenta i dati Istat di ottobre.

Crescono i prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari nel carrello, con aumenti che vanno dal +6,5% per la frutta al +25,1% per le verdure, ma è crisi profonda nei campi dove bisogna vendere 4 chili di mele per comperare un caffè. È l’allarme lanciato da Coldiretti sulla base dei dati Istat ad ottobre, che evidenziano un’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari al consumo del +13,1%.

Con l’inflazione record cresce – denuncia Coldiretti Vicenza – la forbice dei prezzi tra produzione al consumo, con aumenti da tre o cinque volte dal campo alla tavola ed i consumatori che sono costretti a tagliare gli acquisti, mentre le aziende agricole non riescono neanche a coprire i costi”. Per effetto delle difficoltà economiche e del caro prezzi nel carrello della spesa, i cittadini hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura, che crollano nel 2022 del 9% rispetto allo scorso anno, ai minimi da inizio secolo, secondo l’analisi di Coldiretti, dalla quale si evidenzia, peraltro, che più di un’azienda agricola su 10 è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben 1/3 del totale si trova, comunque, costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo, secondo il Crea.

Infatti, oltre ai danni provocati dai cambiamenti climatici che hanno tagliato i raccolti, i bilanci delle aziende sono messi a rischio da rincari di ogni tipo – continua Coldiretti – dal riscaldamento delle serre ai carburanti per la movimentazione dei macchinari, dai fitofarmaci ai fertilizzanti, con spese più che raddoppiate, fino agli imballaggi, con gli incrementi che colpiscono dalla plastica per le vaschette, le retine e le buste (+70%), alla carta per bollini ed etichette (+35%) fino al cartone ondulato per le cassette (+60%), stesso trend di rincari per le cassette in legno (+60%)”.

Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione i per salvare aziende e stalle” commenta il presidente nazionale Coldiretti Ettore Prandini, nel sottolineare che “occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.