Un sorriso, all’improvviso

(foto dottorsorriso.it)

Qualche giorno fa una delle persone a me più care ha compiuto 5 anni. 5 grandi piccoli anni.

Avrei voluto riempirlo di regali, il piccolo Edo. Avrei voluto accompagnarlo all’asilo con la sua mamma, una mia carissima amica, e il fratellino. Successivamente, nel pomeriggio, avrei fatto un salto da loro e l’avrei ricoperto di regali… Tanti pensierini per il festeggiato e ovviamente qualcosa anche per il fratello, per evitare sentimenti di esclusione.

Tutto questo sarebbe stato possibile se non fosse che… Ero ricoverata in ospedale, a causa dell’ennesimo crollo. Cosa mi restava da fare, se non un messaggio vocale o una breve telefonata per far gli auguri al piccolo? Nulla.

E così, per tutto il giorno, mentre ero a letto appesa ad una flebo, mi sono chiesta e ho ripetutamente provato a fare la migliore nota vocale possibile, invano. Nulla mi soddisfaceva, ogni parola sembrava banale. E così, continuavo a rimandare l’invio del messaggio.

Attorno alle 20, venne a farmi visita mia mamma. Mentre giravamo per i corridoi dell’ospedale, intravidi un gruppo di clown che girovagavano di stanza in stanza per tentare di portare sollievo ai degenti. D’impulso, mi defilai, dicendo sottovoce a mia mamma “non farti vedere o vengono anche da noi…non li sopporto. Tutti quei sorrisi in un posto talmente poco felice”. Non ho ovviamente nulla contro i clown e i volontari che cercano di allietare le ore interminabili dell’ospedale ma, per quanto mi riguarda, non voglio mi si avvicini nessuno. Mi sento invasa, obbligata a battute e sorrisi che di norma non mi appartengono neppure nella vita reale, figurarsi in un letto intriso di dolore. Trovo fuori luogo quel tentare ostentato di sollevare l’animo sofferente, anche se comunque ammiro tutte le persone che si offrono per questi ruoli. Sono solo io ad avere questo blocco, che si lega comunque alla capacità di lasciarsi andare e prendere qualche istante con leggerezza, anziché affrontare tutto a pugno chiuso. Vorrei appendere un cartellino fuori dalla mia stanza, con scritto qualcosa tipo “qui non si accettano leggerezze”. Ma capisco bene l’importanza che tali persone possono avere nel cambiare la giornata alle persone sofferenti e che necessitano un respiro di sollievo a pieno petto, nel mentre di giornate cupe e faticose.

Tornando a quella sera, poco dopo essermi nascosta dai clown, mi venne un’idea degna d’essere concretizzata. Cosa c’è di meglio per un bimbo di un video messaggio di auguri un po’ “pagliaccesco” quando non è possibile un contatto fisico? Altro che messaggio vocale!!

Decisi di fermare quei tre sconosciuti e dar loro il compito di aiutarmi in questo piccolo progetto d’amore. Accolsero un po’ stupiti e imbarazzati la mia richiesta e dopo pochi minuti ci trovammo nella sala d’attesa del mio reparto a girare il video. Mamma si attrezzò di videocamera ed io con i clown feci i miei più sentiti auguri ad una delle creature più dolci che io conosca. Lo inviai immediatamente alla madre, orgogliosa di aver partorito un’idea così trasformando inoltre un mio limite in una conquista.

Pochi minuti dopo la mia amica mi disse che i miei auguri erano stati più che apprezzati, da un bimbo incredulo e stupito da un video che parlava proprio di lui e a lui dedicato.

Insomma, non potevo fare di meglio! Ora, dimessa, sto andando a comperare al festeggiato un piccolo dono da portare alla sua festa…

So che sicuramente non mi leggerete, ma vi ringrazio, carissimi clown, per avermi dato la possibilità di esprimere il mio amore attraverso quest’insolito canale.