Ospedali Ulss 7: salgono a 158 i ricoverati, Asiago rimane Covid free. Pronti 80 kit per i medici di base

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Una delle stanze dedicate ai malati Covid all'ospedale di Santorso

Il trend di incremento dei contagi e dei ricoveri trova ampia conferma in queste ore nei bollettini dell’Ulss 7 Pedemontana, che registra un balzo a 158 persone ospedalizzate nei tre poli vicentini che ospitano malati Covid, +8 rispetto a ieri sera. Tra le novità annunciate nel punto stampa dell’azienda sanitaria locale la distribuzione avvenuta stamattina dei primi 80 kit per i punti tampone presso gli studi dei medici di famiglia convenzionati.

Sciolti i nodi burocratici riguardo la garanzia che da lunedì prossimo due squadre mediche dell’esercito saranno operative, una a Santorso e una Bassano, consentendo di decongestionare l’attesa in fila per chi attende di sottoporsi al test. A differenza dell’altro bacino sanitario territoriale, infine, appare più lieve la situazione da affrontare sul tema delle case di riposo: tre i focolai attivi ad oggi, con un centinaio di infetti tra ospiti e personale (su una popolazione di 6 mila nel bacino pedemontano), con numeri sotto controllo, nonostante il livello di guardia rimanga altissimo. In tutto 76 ospiti e 27 operatori, distribuiti tra Muzan a Malo (due i positivi, l’unico paziente sarà ricoverato), Villa Serena e l’Isacc Sturm a Bassano.

I numeri relativi al report aggiornato alle 11 di oggi segnalano 158 pazienti gravi di cui 11 critici in rianimazione (tutti nel reparto Covid di Santorso), distribuiti sui tre ospedali di Bassano, che si avvicina alla soglia massima di ospitalità (24 letti occupati sui 30 disponibili), Marostica (ospedale di comunità con 20 pazienti su 28 posti) e Santorso, che ha aperto la quarta area di ricovero per i pazienti non critici, 114 secondo la stima aggiornata, galoppando verso il picco massimo di 159 raggiunto lo scorso aprile. Nelle 24 ore sono stati 305 i nuovi casi positivi riscontrati – ultimo dato disponibile a ieri ore 16 -. Riguardo all’ospedale Covid Alto Vicentino, per ora rimangono operative sale chirurgiche e Pronto soccorso ma la situazione potrebbe essere rivalutata a distanza di pochi giorni se il trend non sarà invertito. Nel contempo, annunciate le dimissioni imminenti dei degenti in via di guarigione in modo da liberare posti-letto. “La sensazione di queste ore – spiega Bortolo Simoni, portavoce Ulss 7 – è di una certa pressione nelle aree di degenza non critica mentre sembra che stiano tenendo le terapie intensive e semintensive. Aggiungo che il centro di Asiago rimane Covid-free, in appoggio agli ospedali di pianura per le attività di base qualora ce ne fosse necessità. Stiamo riservando grande attenzione quotidiana ai numeri, finora nessuna attività sanitaria ordinaria è stata chiusa ma è chiaro che se i numeri saliranno ancora ci saranno altre valutazioni da fare”.

MEDICI, TAMPONI, CODE, RSA. Sul tema dei medici di famiglia, dopo i primi volontari che si sono mossi in autonomia sui tamponi rapidi antigenici già lo scorso fine settimana, sono arrivate le prime dotazioni di materiali per la diagnosi e dispositivi di protezione per i dottori. Sono finora 80 i kit consegnati, 40 per ciascuno dei due distretti, smistati da Azienda Zero alle varie Ulss. Ciascuno contiene 20 tamponi, visiera di plastica trasparente, mascherine, guanti, camici e calzari. Lunedì una nuova fornitura in arrivo, ma in caso di carenza sarà proprio l’Ulss 7 a supplire su segnalazione degli stessi operatori. In totale sono chiamati ad effettuare i tamponi 337 medici di famiglia tra Altovicentino, Altopiano e Bassanese: di questi in 35 (20 nel primo distretto citato su 120, e 15 su 117 in quello dell’area Est) sono coloro che avevano subito aderito si base volontaria, poco meno quindi del 10%. A livello regionale, intanto, continuano le trattative con rappresentanti di veterinari, dentisti e dottori già in pensione per allargare il numero di “tamponatori” e sollevare i punti-tamponi allestiti negli ospedali.

Proprio sul nodo spinoso dei punti-tamponi sovraffollati si chiarisce lo status quo attuale. L’ondata di circa 2 mila richieste al giorno ha generato un flusso di persone a tratti ingestibile nei giorni scorsi. Due le modalità di accesso che rimangono in vigore secondo le linee guida: tramite prenotazione per i casi previsti e ad accesso diretto (la maggior parte) per chi si presenta con impegnativa del medico. Simoni ha ribadito la bontà delle decisione di non attivare la modalità dei drive-in dopo l’osservazione situazioni di caos con code chilometriche di auto in altri posti in Italia, ma rimane d’attualità il problema delle attese snervanti con inoltre il rischio di contagio tra sintomatici e non.

Le code si stanno riducendo – spiega il dottor Edoardo Chiesa del Sisp, il servizio di prevenzione -, la media ora si attesta tra i 45′ e 1h15′ a seconda dei diversi momenti della giornata. La situazione sta gradualmente migliorando, potendo disporre dei ranger per indirizzare i diversi flussi, e in attesa che il sistema adotti le altre misure per sgravare il ruolo degli ospedali”. Un grosso aiuto per la decongestione, ha aggiunto poi il Commissario, sarà dato dalle “benedette” squadre mediche militari, in servizio dalle 8 alle 14 secondo i programmi, che potranno liberare così del personale dell’Ulss per potenziare il servizio pomeridiano. Ma “tutto sarà inutile o servirà a poco“, questo l’accorato appello, “se la gente non entra nella mentalità di rispettare le regole di prevenzione, altrimenti ogni misura risulterà inefficace”.