All’esame per la patente di guida con la ricetrasmittente. Denunciato per tentata truffa

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Non c’è due senza tre recita il noto proverbio. Anche se, stavolta, il candidato a sostenere l’esame per la patente di guida contava di farcela, dopo i primi due tentativi di superare la prova teorica andati “in folle”. A finire del tutto fuori strada in senso figurato, l’altro ieri, è stato un cittadino pakistano residente in un paese della provincia, colpevole di aver tentato di “truccare” il test con l’aiutino non dal pubblico come nei quiz televisivi ma da parte di un complice collegato da remoto con una ricetrasmittente. Inoltre, sempre sotto il maglione, era occultata anche una microtelecamera.

Il fare sospetto dell’uomo, asiatico di origine e regolare in Italia, martedì era stato colto da parte dei carabinieri appostati all’esterno della Motorizzazione civile di Vicenza, in strada Caperse. Intorno alle 13 il furbastro di fatto veniva smascherato, coinvolgendo la Procura di Vicenza  oltre ai militari del comando provinciale visto che a tutti gli effetti la condotta non rappresentava solo una “furbata”, ma per il codice – non della strada stavolta – penale una vera e propria truffa ai danni dello Stato. Non riuscita peraltro.

Era esasperato per le due prove già fallite in passato il candidato a ottenere la patente, e non vedeva così l’ora di mettersi al posto di guida e pigiare l’acceleratore sulle strade del Veneto. Tanto da ingegnarsi, probabilmente su suggerimento di qualche conoscente abile con questi stratagemmi, fino ad “armarsi” di dispositivi tecnologici vari che gli avrebbero consentito di farsi suggerire da un complice, inquadrando con la smartcamera le domande del test e ricevendo poi, via radio, le risposte corrette.

I preziosi suggerimenti non sono però arrivati a destinazione, visto che i carabinieri hanno intercettato l’ora denunciato ancora nel parcheggio, con la prenotazione per l’esame teorico di guida ancora in mano. Il capo d’imputazione per il soggetto sarà di tentata truffa, mentre tutta l’apparecchiatura in suo possesso è stata sequestrata e rimarrà a disposizione del Tribunale berico in vista del giudizio. Fino a quel momento, le generalità dell’asiatico rimarranno sotto riserbo, e rivelata solo in caso di condanna.