Padre Carlassare incontra il Papa con 50 giovani dopo 400 km di pellegrinaggio in Africa

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Padre Christian, da un anno ormai vescovo di Rumbek, marcia in testa al gruppo di una cinquantina di giovani sudsudanesi (foto di "La Voce dei Berici")

Il duro ricordo dell’agguato in cui era stato gambizzato da un commando di mercenari due quasi due anni fa rimane inciso nella memoria e nel percorso di vita di padre Christian Carlassare, oggi vescovo di Rumbek in Sud Sudan. Ma, in questi giorni, proprio sulle sue gambe – e insieme ai giovani della sua Diocesi del Centro Africa – percorrerà a piedi 400 chilometri per raggiungere in pellegrinaggio la capitale Juba.

E, soprattutto, Papa Francesco. In viaggio ormai da una quindicina di giorni, ospitati di tappa in tappa dalle comunità cristiane nei villaggi dello Stato tornato indipendente solo dal 2011. L’arrivo a destinazione è previsto proprio per oggi.

Si tratta di una marcia dedicata alla Pace, con bandiere multicolori ad accompagnare il gruppo in cammino, ormai stremato per la fatica prolungata – dopo una media di circa 25 km percorsi al giorno – ma ansioso di raggiungere il traguardo e incontrare il Papa, in visita pastorale. Una cinquantina i ragazzi e le ragazze che hanno aderito alla proposta che vede il loro vescovo  “battere il passo”. A dare la fatidica marcia in più il fatto che questi giovani provengano da diversi clan del territorio di Rumbek, spesso in conflitto tra loro in passato. E non tutti i componenti della marcia pacifista sono di fede cattolica.

Per il missionario comboniano di Piovene Rocchette e chi lo accompagna, il pellegrinaggio si concluderà poi con la Santa Messa celebrata da Papa Francesco, che dal Congo – ieri a Kinshasa una folla di un milione di persone lo ha accolto – si sta spostando in queste ore verso la capitale del Sud Sudan. Dal marzo 2022 padre Christian era rientrato a Rumbek dove è stato consacrato vescovo, poco meno di un anno dopo la vicenda che lo aveva visto come bersaglio di un’intimidazione violenta: due sconosciuti gli spararono alle gambe, su commissione. Dopo il ricovero in Kenya per le cure, trascorse i primi mesi di convalescenza in Altovicentino, con la sua famiglia.