Anche per i 90 anni torna nella sua Calvene e si regala il cognome della mamma: “Non l’ho mai scordata”

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

“Emozionante, stupore e gioia allo stato puro. Ero circondato dai miei figli, dalle mie sorelle, dai miei fratelli, nipotini, nipoti, cugini, tutti quelli che mi vogliono bene e che hanno potuto essere lì con me”. La voce è ancora tremolante, ma lo sguardo è quello deciso e fiero di chi ha realizzato un sogno e chiuso un conto aperto con la vita. E’ nativo di Calvene Diego Brazzale – da pochi giorni anche Pasin – che anche per il suo 90esimo compleanno ha scelto di tornare da Saint-Christophe in Valle D’Aosta, dove vive, per festeggiare nella sua Calvene.

Un posto che profuma d’infanzia e di ricordi ancora vividi: il piccolo paese vicentino è per Diego un posto del cuore e uno stato della mente, più che un luogo fisico. E tornare, almeno una volta l’anno, per ricongiungersi con le proprie origini, è per lui quasi una necessità. Una fanciullezza difficile quella di Diego, nato nel 1935 da quella che allora veniva definita una “ragazza madre”: il padre, dapprima partito per Aosta in cerca di fortuna, venne raggiunto dall’allora fidanzata col figlioletto ancora in fasce per ricongiungersi, ma la giovane donna muore prematuramente. Il piccolo Diego viene quindi riaccompagnato in Veneto, amorevolmente accudito dagli zii Bepi e Silvia, sotto la supervisione di nonno Marco. Il padre biologico – così come lo definisce Diego – si farà vivo solo dopo gli eventi bellici, strappandolo a quella che era divenuta casa, per riportarlo ad Aosta. Ed è lì che Diego si fa uomo, impianterà la sua famiglia e anche un’attività da carrozziere, ora gestita dai figli: senza però mai dimenticare Calvene e quei giorni felici tra le rive dell’Astico.

“Lì ogni sasso ancora mi racconta qualcosa – spiega Diego mentre la moglie Elsa lo osserva commossa – e sono felice di aver spento qui le 90 candeline, accolto dalla famiglia allargata, da tanti volti amici e dalla gentilezza del sindaco Andrea Pasin”. Pasin – cognome tipico della zona – proprio come quello di mamma Maria ed ora anche come quello di Diego stesso, così come da sua ferma volontà in onore alla donna che lo diede alla luce. Scomparsa troppo presto per vederlo crescere, eppure così presente. Anche oggi, tra sorrisi e le foto di rito. E un dolce ricordo che neanche il tempo ha sbiadito.

L’Eco Vicentino è su Whatsapp e Telegram. Iscriviti ai nostri canali per rimanere aggiornato in tempo reale.
Per iscriverti al canale Whatsapp clicca qui.
Per iscriverti al canale Telegram clicca qui.