Spettacolando – La delicatezza di Proust chiude le Settimane musicali a Vicenza

L’8 giugno, all’interno della XXXIV edizione delle “Settimane Musicali”, il Teatro Olimpico di Vicenza ha accolto lo spettacolo Proust – à la recherche de la petite phrase.
Nell’ambito del festival che ha per filo conduttore i “Canti della Terra”, Proust diventa voce e musica, magicamente intonato all’architettura teatrale.

Il titolo, un gioco linguistico e musicale, rimanda all’ossessione proustiana per la “petite phrase”: un tema breve, capace di evocare ricordi e riflessioni intense.
Lo spettacolo conduce il pubblico in un percorso evocativo di citazioni letterarie — affidate alla voce di Roberto Citran — accompagnate da brani di Debussy, Chopin, Hahn, Franck e Fauré, suonati dal trio composto da Andrea Lucchesini (pianoforte), Marco Rizzi (violino) e Ettore Pagano (violoncello)

Citran modula la lettura con una sensibilità misurata: le frasi proustiane diventano sussurri, riflessioni o rivelazioni, in equilibrio tra narrazione e musica. Ogni passaggio è pensato come un movimento sinfonico, e la musica — variabile poetica — rappresenta l’emozione trattenuta che si libera in ondulazioni sonore.
Il programma è un caleidoscopio emotivo: dal languore malinconico di Chopin al trasparente impressionismo di Debussy, fino alla sobria eleganza di Hahn e all’intensità romantica di Franck e Fauré. Il trio è calibrato: Lucchesini scandisce i tempi del fraseggio, Rizzi modella le dissonanze con pungente precisione, Pagano conferisce morbidezza e profondità all’insieme.
Ogni brano segue con naturalezza le suggestioni evocate da Citran, restituendo quella tensione che lega l’arte della parola al linguaggio musicale.
Nel silenzio sospeso dell’Olimpico, l’incrocio melodico tra violino e violoncello delinea le architetture classiche; la “petite phrase” viene così inghiottita dalla profondità del proscenio che ne restituisce una magia senza tempo.

Ogni nota diviene una possibile riflessione sulla memoria, sul tempo ritrovato, sull’atto dell’ascoltare, mentre la tensione emotiva cresce sulle pelle degli spettatori. Poco importa che la scelta dei testi proustiani possa esser risultata ermetica per alcuni. In fondo “Proust – à la recherche de la petite phrase” è un’esperienza multisensoriale che ci fa sentire vicini a uno degli autori più citati (e meno letti) tra coloro che hanno inciso la letteratura classica.
Citran e i musicisti realizzano un’alchimia raffinata, dove ogni “piccola frase” diventa una porta su un ricordo, un eco profondo nell’anima del pubblico.

Paolo Tedeschi