G7 in Canada: focus su dazi americani, Medio Oriente, conflitto russo-ucraino e migranti

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Al via in Canada il G7 sotto la guida del neo primo ministro canadese Mark Carney, vincitore delle elezioni di marzo. Un vertice che sembra impostato come un ‘tutti contro Trump’, con massima allerta per i dazi americani, la polveriera Medio Oriente, il conflitto russo-ucraino e per le questioni migratorie. Al termine dei lavori il 17 giugno, non è previsto un comunicato congiunto dei leader. Saranno invece diffuse sette dichiarazioni brevi, ciascuna relativa a uno dei temi chiave: finanziamento dello sviluppo; intelligenza artificiale; tecnologie quantistiche; contrasto agli incendi; minerali strategici; repressione transnazionale; lotta al traffico di migranti.

Il tema più caldo resta il Medio Oriente. Prima di partire per il Canada, la premier Giorgia Meloni ha tenuto una riunione in videoconferenza con i ministri più coinvolti e con i vertici dell’intelligence nazionale. Successivamente, ha sentito telefonicamente il presidente americano Donald Trump, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. A seguire i colloqui con i leader dell’area mediorientale (Arabia Saudita, Giordania, Oman ed Emirati), nel corso dei quali – fa sapere Palazzo Chigi – la presidente del Consiglio ha ribadito la disponibilità dell’Italia “a intraprendere ogni azione” che possa agevolare una soluzione diplomatica della crisi, come già accaduto ospitando i negoziati tra Iran e Stati Uniti.La Meloni ha sentito anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, “condividendo la necessità di assicurare che l’Iran non possa in alcun caso dotarsi dell’arma nucleare” e augurandosi al contempo che gli sforzi condotti dagli Stati Uniti per raggiungere un’intesa possano ancora avere successo”. La premier ha poi ribadito l’urgenza di garantire l’accesso degli aiuti umanitari alla popolazione civile di Gaza.

In merito al conflitto tra Russia e Ucraina, a Kananaskis si cercherà di capire la posizione degli Stati Uniti circa il ridimensionamento del loro coinvolgimento nella questione ucraina. Una delle sessioni sarà infatti dedicata al sostegno a Kiev: vi prenderanno parte anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il nuovo segretario generale della Nato, Mark Rutte, che lo scorso giovedì ha incontrato Meloni a Roma per fare il punto proprio sulle spese militari, in vista del vertice Nato dell’Aia (24-25 giugno) e del Consiglio europeo del 26-27. L’orientamento generale dell’Alleanza è quello di intensificare gli investimenti in difesa, ma i tempi restano incerti. Per l’Italia, secondo il ministro Tajani, ci vorranno “almeno 10 anni” per raggiungere tale soglia.

Sui dazi la posizione dell’Italia resta orientata al dialogo: “Credo che il ruolo dell’Italia debba essere quello di fare la sua parte per quello che riguarda il rapporto con gli Stati Uniti per avvicinare sempre di più le due sponde dell’Atlantico”, ha dichiarato di recente la presidente Meloni, aggiungendo che l’obiettivo è “arrivare a un accordo reciprocamente vantaggioso dal punto di vista commerciale”.