Dazi, l’Ue accetta un fisso del 10% sugli scambi commerciali. Ma Washington non conferma


La questione dazi rimane al centro delle attenzioni dell’Europa nonostante i conflitti in Medio Oriente e Ucraina abbiano assunto toni sempre più preoccupanti. Ma sui dazi, la Commissione Ue è pronta ad accettare un fisso del 10% sugli scambi commerciali con gli Stati Uniti, a patto che l’accordo sia definito con criteri chiari e condivisi. L’obiettivo è evitare tariffe più elevate su settori strategici come automobili, farmaceutica e componenti elettronici. Washington non ha ancora confermato la volontà di limitare al 10% le tariffe sulle auto europee. Ma la soluzione potrebbe essere dietro l’angolo.
Fatto sta che in cambio della rinuncia a tariffe più severe, l’Ue sarebbe disponibile a ridurre i suoi controdazi sulle auto importate dagli Usa e a riconoscere alcuni standard tecnici americani. Dell’argomento ha parlato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. “Con il presidente Trump ho ribadito l’impegno a trovare una soluzione sui dazi entro il 9 luglio, nel caso il risultato non fosse soddisfacente saremo in grado di rispondere: tutti i mezzi sono sul tavolo”, ha detto von der Leyen in una conferenza stampa congiunta con il presidente del consiglio europeo Antonio Costa a Kananaskis, alla vigilia del G7.
G7 che intanto comincia oggi (16 giugno) in un clima di crescente incertezza economica globale, con i conflitti in Ucraina e Medio Oriente che si aggiungono alle tensioni tra il Canada, paese ospitante, e Donald Trump. I capi di Stato e di governo provenienti da Regno Unito, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone e Stati Uniti, insieme all’Unione europea, si riuniscono nella località turistica di Kananaskis, nelle Montagne Rocciose canadesi, fino a domani. I primi cinque mesi del secondo mandato di Trump hanno stravolto la politica estera sull’Ucraina, sollevato preoccupazioni per i suoi legami più stretti con la Russia e portato all’imposizione di dazi doganali sugli alleati degli Stati Uniti. Con l’escalation del conflitto tra Israele e Iran, che sta facendo impennare i prezzi globali del petrolio, il vertice in Canada è visto come un momento cruciale per cercare di ripristinare una parvenza di unità tra le potenze democratiche.