Cyberattacchi, il ddl per arruolare hacker nelle forze armate

L'Italia si prepara a schierarsi nella trincea cibernetica della guerra ibrida anche con il supporto degli specialisti esterni, quelli capaci di fronteggiare gli hacker o di contrattaccare al loro stesso livello. La prima chiamata alle armi informatiche arriva con la presentazione alla Camera di un disegno di legge che rafforza il ruolo delle forze armate nello spazio cyber. Il documento, che porta la prima firma del presidente della commissione Difesa Nino Minardo, aggiorna le norme vigenti riconoscendo ai militari italiani la possibilità di intervenire nel cyberspazio anche in tempo di pace e al di fuori di scenari di guerra tradizionale, per proteggere istituzioni, infrastrutture critiche e cittadini.

Si tratterà “di operazioni in ambito cibernetico sul territorio nazionale e all'estero, anche quando non opera congiuntamente con il personale addetto ai servizi di informazione per la sicurezza”. Si cerca dunque di organizzare una risposta anche agli attacchi hacker, provenienti soprattutto dai pirati filorussi che sostengono il governo di Mosca, moltiplicatisi in modo esponenziale dall'inizio della guerra in Ucraina. E lo stesso ministro della Difesa Guido Crosetto solo qualche giorno fa aveva posto l'accento sul fatto che tutta l'Europa subisce continuamente attacchi informatici alle proprie infrastrutture senza poter però contrattaccare.

Il ddl prevede quindi la possibilità di ricorrere anche al supporto di competenze tecniche esterne altamente specializzate, ma sempre sotto il controllo istituzionale delle forze armate. Secondo il documento depositato a Montecitorio e preso al vaglio della Commissione e poi dell'Aula, un intervento di questo tipo avverrebbe quando si presentano “eccezionali necessità connesse all'acquisizione di specifiche competenze tecniche”. In questo caso le procedure informatiche verranno “svolte dalle forze armate in concorso con personale ad esso estraneo”, quando “risulta che il ricorso alla loro opera era indispensabile ed era stata autorizzata”.

Questo tipo di personale verrebbe “equiparato, ai fini dell'applicazione della speciale causa di giustificazione, al personale delle forze armate che ha preso parte alle richiamate attività”. Non solo. “Presso gli istituti e le scuole di formazione militare è previsto l'inserimento di corsi di formazione e di attività di insegnamento della materia cyber defence e sicurezza informatica. Il ministro della Difesa determina i criteri e le modalità di attuazione della presente disposizione”, si legge ancora nel disegno di legge  in cui si fa riferimento alla specializzazione degli stessi militari. Nel giro di una decina di giorni la proposta potrebbe già cominciare l'iter parlamentare.