Gaza, Israele: nelle prime ore di domani il rilascio degli ostaggi. Poi la firma della tregua in Egitto

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Tutto pronto per l’inizio della fase uno del piano di pace proposto da Donald Trump fra Israele e Hamas. Domani si svolgerà la cerimonia ufficiale per la firma della tregua a Sharm el Sheikh, in Egitto. Venti i leader di tutto il mondo invitati alla firma dell’accordo sulla prima fase del piano per Gaza, tra cui l’Iran che ha però fatto sapere che non parteciperà.

Poco prima, “alle prime ore di lunedì” inizierà il rilascio degli ostaggi, come confermato da un portavoce del governo israeliano. “Può accadere da un momento all’altro” afferma il vicepresidente americano  JD Vance. Si prevede che tutti i 20 rapiti  ancora in vita vengano rilasciati contemporaneamente. Il Forum delle famiglie degli ostaggi ha fatto sapere che, a partire dalla mezzanotte, Piazza degli Ostaggi sarà aperta al pubblico e trasmetterà in diretta il rilascio per chi “desidera essere presente in questi momenti storici e profondamente commoventi”.

Oggi nuovo round di colloqui tra le parti sul tema dei palestinesi da rilasciare dalle carceri israeliane.  Hamas  – rende noto la Bbc –   “sta ancora insistendo per il rilascio di sette prigionieri di alto profilo, tra cui Marwan Barghouti e Ahmad Saadat”. Una fonte del movimento islamista palestinese, vicina al team negoziale del gruppo, ha intanto dichiarato che Hamas non parteciperà al governo di Gaza nel dopoguerra. “Per Hamas – ha detto la fonte anonima – il governo della Striscia di Gaza è una questione chiusa. Hamas non parteciperà in alcun modo alla fase di transizione, il che significa che ha rinunciato al controllo della Striscia, ma rimane una parte fondamentale del tessuto palestinese”.

Durante l’Angelus Papa Leone XVI ha sottolineato come “l’accordo sull’inizio del processo di pace” abbia “regalato una scintilla di speranza in Terra Santa”. Il Pontefice ha poi incoraggiato “le parti coinvolte a proseguire con coraggio il percorso tracciato verso una pace giusta, duratura e rispettosa delle legittime aspirazioni del popolo israeliano e del popolo palestinese”.