Manovra, vertice tra i leader a Palazzo Chigi: tagliati 105 emendamenti

Due ore. Tanto è durato il vertice dei leader a Palazzo Chigi per mettere a punto alcune possibili modifiche alla legge di bilancio. Alla riunione c’era – chiaramente – la premier Giorgia Meloni; ma anche i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il vice ministro Maurizio Leo, il titolare dei rapporti con il Parlamento Luca Ciriani e i capigruppo di maggioranza in Senato. Un vertice che – evidenzia una nota di Palazzo Chigi – “si è svolto in un clima di grande condivisione” e nel quale “è stata raggiunta un’intesa su alcune questioni ancora aperte”.
Quali questioni? Al termine della riunione di giovedì scorso, Palazzo Chigi aveva elencato i temi su cui approfondire il confronto in vista dell’incontro tra i leader. Erano cinque: la cedolare secca sugli affitti brevi, l’estensione dell’iperammortamento richiesta da Confindustria, il regime fiscale sui dividendi per società e imprenditori, la soglia che esclude la prima casa dal calcolo dell’Isee e alcune misure per far emergere l’oro da investimento, cioè lingotti e monete. La maggioranza però sta chiedendo ancora nuove modifiche alla manovra, oltre ai temi già indicati da Palazzo Chigi: Forza Italia vuole cancellare le nuove regole sulle cedole, rivedere la stretta sui crediti fiscali e bloccare l’aumento della cedolare secca, oltre a ottenere più risorse per sanità e forze dell’ordine. La Lega punta soprattutto sul pacchetto sicurezza e chiede di estendere la rottamazione delle cartelle e di ridurre il canone Rai.
La sforbiciata. Intanto degli oltre 440 emendamenti presentati alla Camera 105 sono stati dichiarati inammissibili dalla presidenza della commissione Bilancio del Senato. Diciotto per materia. Altri 87 sono stati bloccati per mancata copertura. Ammesso l’emendamento a firma del capogruppo di FdI, Lucio Malan sulle riserve d’oro di Bankitalia che “appartengono allo Stato, in nome del popolo italiano”. Sopravvivono al vaglio di ammissibilità della commissione Bilancio del Senato sugli emendamenti alla manovra, 4 su 5 delle proposte di modifica sui condoni edilizi, compresa quella che rimodula le sanzioni. A essere stato stoppato è un emendamento – a firma FdI – che stabiliva che i Comuni fossero obbligati a rilasciare i titoli abilitativi edilizi in sanatoria a seguito dei procedimenti già previsti entro il 31 marzo 2026.