Carnevale di Malo, il carro allegorico che allude alla pedofilia fa discutere

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Un'immagine della sfilata di domenica, in coda l'allegoria "sotto esame" (foto Stefano Brazzale)

E’ solo cartapesta, ma ad alto contenuto infiammabile. Sta facendo infiammare gli animi, infatti, soprattutto via social oltre che sulla stampa locale, la 95esima edizione del Carnevale di Malo, intorno alle lingue di fuoco che circondano l’allegoria di un prete e un chierichetto relegati in un angolino del carro intitolato “Fate. Ignoranti“. Un’allusione solo parzialmente velata alla piaga della pedofilia in ambito clericale, che rischia di oscurare non solo il carro mascherato incentrato sulla violenza di genere ma anzi l’evento annuale tra maschere e costumi. Oppure, al contrario, amplificarlo e attirando interesse extra. Propri in giorni in cui Papa Francesco dal Vaticano tratta il tema degli abusi sui minori da parte di ministri della fede.

La prima sfilata nelle piazze centrali di Malo domenica scorsa ha divertito i bambini, e non va scordato che prima di tutto proprio a loro è dedicato il Carnevale. Un mondo di sogno, magari per un giorno, tra personaggi di fiaba e cartoni animati e costumi e maschere di supereroi e idoli. Ad affiancare il clima di festa per i più piccoli, il consueto trampolino per affrontare anche temi forti, sociali e d’attualità, attraverso gli spunti offerti dall’imponenza dei “carri mascherati”, sia fisica che simbolica: l’ambiente e l’inquinamento globale, la concorrenza spietata della Cina in ambito economico e commerciale internazionale, i desideri umani e, in maniera esplosiva a quanto pare, femminicidio, omofobia e pedofilia. Un’occasione di denuncia sociale e insieme una libera espressione artistica.

Aspetti spinosi portati in scena dalla compagnia “Il trenino”, consapevole di osare e innescare discussioni accese e contrapposte visioni fin dalla fase di ideazione, ancor prima di maneggiare carta, colla e colori. Un sacerdote con le braccia protese al cielo, un chierichetto di fronte: quanto basta per accendere la miccia con intorno ai due personaggi di cartapesta le fiamme dell’inferno. Mediatico? Quanto basta per farne parlare e, magari, attirare curiosità e interesse.