Il Papa a Nagasaki: “L’atomica, un orrore indicibile”

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Papa Francesco in visita a Nagasaki in Giappone ha detto che la città su cui fu sganciata la seconda atomica il 9 agosto 1945 rende l’essere umano più consapevole del dolore e dell’orrore che è in grado di infliggersi. Il Pontefice ha quindi spiegato che “la croce bombardata e la statua della Madonna, recentemente scoperta nella Cattedrale, ci ricordano l’orrore indicibile subito nella propria carne dalle vittime”.

L’appello di Bergoglio: “Mai più! In un’unica supplica, aperta a Dio e a tutti gli uomini e donne di buona volontà, a nome di tutte le vittime dei bombardamenti, degli esperimenti atomici e di tutti i conflitti, eleviamo insieme un grido: Mai più la guerra, ma più il boato delle armi, mai più tanta sofferenza! Venga la pace nei nostri giorni, in questo nostro mondo”.

“Con convinzione desidero ribadire che l’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune”, ha detto il Papa nell’incontro per la pace ad Hiroshima. “L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è immorale. Saremo giudicati per questo. Le nuove generazioni si alzeranno come giudici della nostra disfatta se abbiamo parlato di pace ma non l’abbiamo realizzata con le nostre azioni tra i popoli della terra”.

Prima di atterrare aveva inviato messaggi di pace a tutti i Paesi sorvolati: tra questi anche il territorio di Hong Kong al centro di tensioni, proteste e violenze. Una scelta importante considerato che Hong Kong non è uno Stato. “Prego che Dio Onnipotente possa garantirvi benessere e pace”: sono le parole di Papa Francesco a Carrie Lam, capo dell’amministrazione autonoma di Hong Kong. Così nel telegramma inviato al momento del sorvolo nella tratta che porta il pontefice da Bangkok a Tokyo. Nessun riferimento esplicito alla crisi in corso. Ma di lì a poco arrivano anche i messaggi a Xi Jinping, presidente della Cina e Tsai Ing-Wen, presidente di Taiwan, con l’unico auspicio della pace. Nel primo discorso in Giappone tocca subito i temi centrali di questa visita: il disarmo nucleare, la necessità di attenzione per i giovani sempre più soli, e i migranti.

Il Papa ha poi chiesto ai vescovi del Giappone di avere particolare cura per i giovani, considerata la piaga dei suicidi e il triste fenomeno chiamato degli ‘hikikomori’, i ragazzi che si chiudono nella propria stanza senza volere avere rapporti con l’esterno, se non attraverso il web. Ci sono “diversi flagelli – sono state le parole di Francesco – che minacciano la vita di alcune persone delle vostre comunità, che sono segnate, per vari motivi, dalla solitudine, dalla disperazione e dall’isolamento. L’aumento del numero di suicidi nelle vostre città, così come il bullismo (ijime) e varie forme di auto-esigenza, stanno creando nuovi tipi di alienazione e disorientamento spirituale. Quanto tutto ciò colpisce soprattutto i giovani! Vi invito a prestare particolare attenzione – ha detto Francesco – a loro e ai loro bisogni, a cercare di creare spazi in cui la cultura dell’efficienza, della prestazione e del successo possa aprirsi alla cultura di un amore gratuito e altruista, capace di offrire a tutti, e non solo a quelli ‘arrivati’, possibilità di una vita felice e riuscita”.

Infine ringrazia la Chiesa locale per la cura che mostra nei confronti dei migranti, in una società che ha difficoltà, da un punto di vista culturale ma anche ideologico, ad integrare chi arriva da fuori. E ricorda che “i numerosi lavoratori stranieri rappresentano più della metà dei cattolici del Giappone”.