Acque del Chiampo perde i pezzi: escono quattro consiglieri. Assemblea a metà marzo

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Da ieri pomeriggio il consiglio di amministrazione diAcque del Chiampo spa“, ente gestore del servizio idrico integrato che serve circa 45 mila abitanti della Valle del Chiampo e con sede ad Arzignano, di fatto è stato sciolto. Quattro dei cinque consiglieri in carica, come era stato anticipato, nel pomeriggio di ieri hanno infatti rassegnato le dimissioni, rinviando al prossimo 13 marzo una nuova assemblea dei soci dell’azienda consortile chiamata quindi ad eleggere la nuova governance. Si chiude così una fase di tensione e polemiche che perdura dallo scorso mese di gennaio, culminata con la richiesta di revoca del CdA presentata da tre comuni del “patto”, tra i quali Arzignano (Nogarole e Altissimo gli altri due) che detiene oltre il 52% delle quote societarie.

Nel corso della seduta di giovedì 27 febbraio 2020 i dimissionari Andrea Pellizzari (consigliere delegato), Vania Molon, Luisa Nardi e Anna Bertazzoni (vicepresidente) hanno confermato l’uscita di scena al presidente Renzo Marcigaglia, rimandando alla data di marzo per attivare l’iter di rinnovo delle cariche del consiglio di amministrazione, che sarebbe giunto a scadenza naturale del mandato la prossima primavera. Gli affari correnti saranno gestiti in via ordinaria dal consiglio uscente fino alle nuove elezioni.

I dieci comuni serviti dalla società (Arzignano, Montecchio Maggiore e Lonigo dove si trovano i tre principali impianti di depurazione, poi Brendola, Altissimo, Chiampo, S. Pietro Mussolino, Crespadoro, Nogarole e Montorso) attendono quindi l’apertura dei lavori per superare, possibilmente in tempi brevi, lo stallo. A muoversi i rispettivi sindaci dei dieci enti comunali che fanno parte dell’assemblea. Con in ballo la deliquota questione del bando di gara che incombe – un piano da 500 milioni di euro – per il nuovo impianto per il trattamento dei fanghi e reflui industriali.