Monossido killer, pericolo scampato per una famiglia del Burkina Faso

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L'ingresso dell'ospedale di Arzignano

Erano in cinque a dormire nella notte tra giovedì e venerdì quando il capofamiglia, un uomo di 38 anni originario del Burkina Faso, ha caricato in auto l’intera famiglia per portarla al pronto soccorso di Arzignano. La prima ad accusare i sintomi da intossicazione è stata la moglie, di 30 anni, in preda a forte nausea. Un segnale ha spinto l’africano ad abbandonare l’abitazione con i tre figli. All’interno dei locali, poi, si riscontrerà la presenza del gas nocivo monossido di carbonio, potenzialmente letale. La famiglie vive ad Altissimo, nella frazione Molino, dove si sono recati i vigili del fuoco della città del Grifo per le verifiche strumentali che hanno confermato l’ipotesi dei sanitari arzignanese.

Tutti e cinque i componenti del nucleo familiari sono stati tenuti sotto osservazione nel corso della giornata di ieri. Per la madre, l’unica ad aver accusato problemi di una certa gravità, è stata sottoposta alle cure del caso e non correrebbe più alcun pericolo. Ai figli della coppia, tutti sotto i 12 anni, sarebbe stata riscontrata una lieve intossicazione, così come al papà.

Se è ormai certa la causa dei malori accusati nella notte precedente al ricovero, rimangono da verificare con chiarezza le fonti del gas sprigionatosi nell’appartamento di Molino. Il monossido riscontrato nell’abitazione sarebbe fuoriuscito da braci di legna distribuite nell’ambiente attraverso bracieri improvvisati, un sistema di riscaldamento “artigianale” rischioso e che poteva costare caro. In regola, da un primo esame, un caminetto e la caldaia presenti nell’appartamento. Oltre ai pompieri, intervenuti dopo la segnalazione dall’ospedale Cazzavilan per misurare l’effettiva concentrazione del monossido, interessati della vicenda anche i carabinieri della stazione più vicina di Crespadoro.