Chiavi dei negozi consegnate in Municipio. La protesta dei commercianti (VIDEO)

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Una frame del video che riproduce la "processione" di negozianti diretti in Comune (video da pagina Fb)

Un momento drammatico“. Bastano tre parole per definire di primo impatto la protesta tanto simbolica quanto silenziosa di decine di commercianti con attività nel comune di Chiampo, nell’Ovest Vicentino, che come in altre parti d’Italia hanno deciso di consegnare una copia delle chiavi della propria fonte di sostentamento in Municipio. Una processione civile andata in scena ieri nel centro della cittadina, con il “capofila” del gruppo sgranato a distanza di sicurezza a suonare il campanello del Comune locale e dare il via al gesto, ripreso in video e diffuso sui canali social.

Donne e uomini di tutte le età, venditori al dettaglio delle più disparate merci oltre che attività di ristorazione e e bar ancora sotto lockdown, si sono dati appuntamento nelle vicinanze della sede municipale e si sono messi in fila, cercando di rispettare le misure di distanziamento sociale. Armati di guanti e mascherina e del coraggio della disperazione. “Un momento drammatico – scriveva ieri sera il sindaco Matteo Macilotti -. Un gesto estremo che racconta la disperazione dell’intero settore del commercio”.

E’ palpabile lo sconforto, il timore di perdere quanto costruito magari in anni di lavoro e di investimenti come piccoli imprenditori, ma soprattutto la rabbia. Racchiusa nel simbolico atto di consegnare le chiavi d’ingresso di porte e saracinesche dei locali chiusi, affidandosi all’ente più vicino al territorio che rappresenti lo Stato italiano. Proprio alla vigilia del 1 Maggio, festa dei Lavoratori. “Non perché si siano arresi, ma perché sono arrabbiati – continua il primo cittadino -. Io sono con loro. Faró tutto quanto in mia possibilità perchè il Governo rifletta su queste immagini e agisca di conseguenza”.

All’interno della sala d’entrata agli uffici ad attendere i manifestanti silenziosi c’era proprio il sindaco Macilotti, destinatario fisico delle chiavi e soprattutto veicolo del messaggio di protesta. “Siamo riusci a uccidere il Paese – ha dichiarato con durezza a una testata locale in seguito – con scelte poco sagge che hanno penalizzato una categoria, scelte che non hanno compreso come la nostra gente abbia bisogno di lavorare, pur in condizioni di sicurezza. Spero che il Governo ci ripensi, altrimenti ci penseremo noi”.