La lettera di “Fanfan”, la moglie francese di Davide Rebellin: “l’orrore di ciò che hai passato mi strazia il cuore”

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“Immaginare la mia vita senza di te mi strazia”. Si apre così il pensiero affidato a Facebook di Françoise Antonini, la moglie di Davide Rebellin, il ciclista vicentino originario di Lonigo ucciso giovedì scorso da un camion-pirata sulla strada regionale 11 a Montebello, nei pressi del casello autostradale.

Dopo giorni di silenzio e di dolore, “Fanfan” – questo il nomignolo della donna di nazionalità francese, convolata a nozze nel 2014 con il campione veneto – ha mostrato al mondo tutto il suo amore e insieme lo strazio per la morte del marito, arrotato dal tir di targa tedesca e guidato da Wolfgang Rieke, l’autista fuggito senza prestare soccorso e rintracciato due giorni dopo in Germania.

Il 62nne è indagato in Italia per omissione di soccorso e per omicidio stradale, reato però non contemplato nel codice penale dello Stato di appartenenza. Circostanza, questa, che impedisce l’emissione di un mandato di cattura internazionale e l’immediata estradizione. Si tratta di un recidivo per quanto riguarda violazioni gravi al codice della strada commesse in passato, ciononostante era libero di guidare in tutta Europa al volante del tir registrato nell’azienda del fratello. La Procura di Vicenza, titolare delle indagini per competenza territoriale, ha comunque emesso un Mandato di Arresto Europeo (mae), che darà oggetto di valutazione nei prossimi giorni.

Commuoventi, e non poteva essere altrimenti, le parole espresse dalla moglie di Davide Rebellin, che ha apposto il cognome del marito italiano anche nella sua identità virtuale sui social. La donna si trovava nel Principato di Monaco al momento di disgrazia, luogo di residenza ufficiale della coppia, per quanto il ciclista veneto trascorresse parte del suo vivere vicino ai familiari a Lonigo, in particolare alla madre e ai tre fratelli, dopo aver perso il papà Gedeone la scorsa estate. Proprio colui che lo aveva fatto appassionare alle due ruote e ai pedali fin da bambino.

Ciò che resta della bici da corsa di Rebellin

Riportiamo integralmente le lettere pubblicata nel corso del week end, in attesa di conoscere la data del funerale. “Il mio Angelo, il mio grande Amore. Immaginare la mia vita senza di te mi strazia. L’orrore di ciò che hai passato mi strazia. Andare avanti sapendo che non ci toccheremo mai più, non ci parleremo mai più, non ci sveglieremo mai più l’uno nelle braccia dell’altro mi fa a pezzi. Non fare le barrette energetiche che ti piacevano tanto mi sta distruggendo. I nostri bei progetti di coppia, che stavano finalmente prendendo forma ora che la tua impegnativa carriera era finita, e che non si realizzeranno mai, mi sta facendo a pezzi. Non poterti vedere e toccare per l’ultima volta perché te ne sei andato in modo così orribile, mi sta facendo a pezzi mi mette al tappeto. Sto cercando di riprendere fiato, ma come posso respirare senza di te al mio fianco? Ti supplico, avvolgimi nella tua luce, così bella, così dolce, così gentile, così amorevole, così solare… dammi la forza di rialzarmi, e soprattutto RIPOSA IN PACE, questa pace che meriti così tanto. Ti terrò sempre nel mio cuore e in tutto il mio essere, per l’eternità.