L’ambulante era abusivo: sequestrati e distrutti oltre 4 mila vestiti e accessori contraffatti

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Dei vestiti con marchi contraffatti in un'operazione della guardia di finanza (foto d'archivio)

Tutta la merce che il commerciante ambulante aveva esposto è stata sequestrata e poi distrutta, andata in fumo in quanto si trattava di prodotti con marchi di alta moda risultati contraffatti. Inoltre, il 53enne senegalese che li proponeva solitamente nella galleria del cento acquisti di Alte Ceccato a fianco di “Sorelle Ramonda”, non disponeva dei permessi necessari per vendere in regola. Una vicenda che risale al novembre 2019 ma che si è conclusa solo in questi giorni con la distruzione di prodotti sequestrati.

Di fatto, pur trattandosi di un rivenditore conosciuto e con una regolare sede commerciale proprio a Montecchio Maggiore, la sua posizione è stata configurata dalla guardia di finanza come abusiva. E, quindi, passibile di sanzione amministrativa oltre che delle denuncia per la merce falsificata.

Tutti i 4.438 prodotti presi in consegna e catalogati dalle Fiamme Gialle di Arzignano sono finiti al macero in seguito all’indagine. Sarebbero quindi stati bruciati, secondo disposizione del Comune. Per buona parte si trattava di vestiario, che magari poteva tornare utili a bisognosi, ma le leggi vigenti non lo consentono. Sorprende invece sapere che il 53enne originario del Senegal ma residente a Brescia da tempo non abbia nemmeno tentato di ottenerne la restituzione della sua merce sottoposta a confisca, e quindi distrutta vista la mancata impugnazione a fine aprile, una volta trascorsi i tempi di legge. Probabilmente l’africano era più preoccupato della denuncia a suo carico che del “buco” negli affari. Per un valore difficile da quantificare, ma si parla di almeno 20/30 mila euro.

La sede adibita a magazzino era posta in via Nogara a Montecchio Maggiore, mentre il 53enne operava in prima persona al centro commerciale. Una presenza fissa, almeno fino al blitz del nucleo finanzieri di Arzignano, che hanno subito verificato con gli uffici comunali se la prevista autorizzazione fosse stata emessa. Al riscontro negativo, la merce è stata inscatolata e portata al comando dove è stata accuratamente visionata, facendo emergere le irregolarità sui marchi.

Con l’inevitabile e conseguente segnalazione alla Procura di Vicenza e denuncia per la detenzione e messa in vendita di materiale contraffatto: magliette, pantaloni e svariati accessori spacciati per originali.