Nuovo ospedale di Montecchio Maggiore: (mezzo) taglio del nastro e festa per l’Ulss 8 Berica

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Lo stato dei lavori all'ospedale visto dall'alto

Un polo sanitario ricostruito grazie a un investimento complessivo di 135 milioni di euro, la cui consegna definitiva sarà effettuata al termine dei lavori nel 2027, ma di fatto pronto per la piena operatività nel primo stralcio. E’ la struttura da 8 piani che sorge nel territorio di Montecchio Maggiore, all’interno del bacino sanitario di Ulss 8 Berica, realizzata per riportare un punto di riferimento sanitario per i cittadini e pazienti dell’area Ovest Vicentino, affiancando gli ospedali Cazzavillan di Arzignano e San Lorenzo di Valdagno.

Stamattina una cerimonia di inaugurazione “anticipata”, nonostante si dovranno attendere ancora due anni per il completamento dell’opera di pubblica autorità, viste le scadenze del mandato di governo dell’amministrazione regionale. Finanziato per oltre due terzi da fondi pubblici, il polo castellano vede la compartecipazione di aziende private per circa 41 milioni di euro. Descritto come una struttura all’avanguardia, è composta da due emicicli (Nord e Sud) e una piastra centrale, oltre ad un polo logistico e un polo tecnologico.

In pratica, lo stato di lavori risulta a metà dell’opera, considerando i due stralci in cantiere. Poco meno di 50 mila metri quadrati di superficie distribuita sui vari livelli, con previsione di 225 posti letto e un pronto soccorso che rappresenta un fattore cruciale nell’assistenza ai pazienti in regime di emergenza. A questi si aggiungono 10 posti letto per l’Obi Intensiva, 12 per il Servizio di Dialisi, 6 per l’Obi pediatrica e ostetrica, 18 culle in Pediatria, e 12 posti letto di Ospedale di Comunità. In termini di comfort e privacy il passo avanti è notevole, con tutte le stanze dedicate al paziente in modalità singola o doppia.

Autorità politiche intorno a Luca Zaia e Manuela Lanzarin, presidente e assessore alla Sanità per la Regione Veneto

Il nuovo ospedale dell’Ulss 8 Berica unisce servizi sanitari e socio-sanitari, diventando il fulcro di un sistema integrato orientato a garantire percorsi rapidi ed efficienti, come ha detto il presidente della Regione Veneto Zaia in occasione del taglio del nastro ufficiale. Dal punto di vista organizzativo l’ospedale si baserà su un modello per intensità di cura: i pazienti bisognosi di un’elevata intensità assistenziale saranno collocati nei due emicicli posti a nord, mentre l’emiciclo a sud sarà destinato ai posti letto a media e bassa intensità di cura. I primi utenti a “metter piede”, si prevede entro la fine del 2025, saranno coloro che necessitano del centro per la dialisi, al piano terra.

Una stanza pronta per accogliere i primi pazienti, attesi a fine 2025

“L’inaugurazione di oggi rappresenta un evento che segnerà la storia della nostra azienda –
sottolinea il Direttore Generale dell’Ulss 8 Berica Patrizia Simionato -. L’avvio, seppur parziale della struttura ospedaliera, con un cronoprogramma di completa realizzazione entro il 2027, è la testimonianza tangibile di un continuo e costante impegno della Regione Veneto nell’investire in strutture ospedaliere innovative e, contestualmente, nel proseguire l’impegno di sviluppo delle strutture assistenziali del territorio. Ne è testimonianza la realizzazione della Casa della Comunità proprio in una area adiacente al nuovo ospedale per favorire il percorso assistenziale ospedale-territorio”.

Alcune gru svettano intorno al polo sanitario, a dimostrazione dei lavori in corso del secondo stralcio
Oggi si apre un nuovo capitolo nella storia della sanità dell’Ovest Vicentino – ha dichiarato Silvio Parise, sindaco della città che ospita il polo – con l’inaugurazione del primo stralcio di un polo della salute moderno, servito dalla grande viabilità e quindi facilmente raggiungibile dagli utenti, progettato secondo criteri di massima fruibilità e in linea con le nuove esigenze organizzative del sistema sanitario. In questa terra che da oltre 150 anni conosce la presenza di un ospedale, la sensibilità e l’attenzione della comunità verso le strutture sanitarie sono sempre state molto alte e i conseguenti impegni economici sono stati affrontati con sentita partecipazione”.
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