Panda rubata ai genitori alla vigilia di Natale, “ripresa” a Santo Stefano dopo la denuncia

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Un vecchia Panda in una foto di repertorio (non è noto se l'auto rubata fosse un modello recente o meno)

Ma come è bello andare in giro per i Colli, Berici in questo caso, e in una stagione in cui forse è meglio lasciare la Vespa o veicoli affini in garage e muoversi “a porte chiuse” sulle strade del Vicentino, per quanto il gelo prettamente invernale finora non sia fatto vedere né sentire. Peccato che, quando “si prende a prestito” una vettura, fosse anche di proprietà dei genitori, rimane il caso di chiedere il permesso, onde evitare di incorrere in una denuncia a tutti gli effetti e in un brusco stop da parte della Polizia di Stato, così come accaduto nei dintorni di Vicenza nel giorno (festivo) di Santo Stefano.

La protagonista (a quattro ruote) della vicenda resa nota da poco dalla Questura berica è una Fiat Panda, divenuta inconsapevolmente oggetto del desiderio di una coppia di – più o meno giovani vicentini -, sottratta però senza il consenso dei legittimi proprietari. Vale a dire i genitori di lui, in particolare del padre, onesto cittadino castellano residente con la moglie a Montecchio Maggiore che, domenica nel giorno della vigilia di Natale, si è trovato senza la sua Panda in garage, “prelavata chiavi in mano dal figlio”.

Una storia che sta a metà tra il fatto di cronaca, visto che si parla di denunce e ci potrebbe essere un seguito giudiziale in un’aula di Tribunale, e un bizzarro aneddoto tragicomico di Natale da raccontare tra un brindisi e l’altro. Protagonisti in carne della stessa vicenda sono state invece le due coppie di parenti stretti, oltre alle Volanti della Polizia di Stato che il 26 dicembre hanno individuato l’utilitaria la cui targa era stata segnalata come di auto rubata. Strabuzzando poi occhi (e orecchie) una volta messi al corrente degli antefatti, prima di procedere, come da protocollo, al sequestro della formale refurtiva per poi interpellarne il proprietario e procedere alla restituzione del veicolo. Non è stato reso noto se si trattasse di un modello di Panda datato o di recente rivisitazione.

Tra i dettagli disponibili da aggiungere, il fatto che il figlio 32enne nel martedì di Santo Stefano si è visto “sventolare” la paletta dell’altolà e si è sorbito al controllo dai poliziotti in corso Santi Felice e Fortunato, probabilmente ignaro del fatto che il papà – padre e figlio non sono più conviventi da tempo e va da sé che i rapporti familiari non risultano idilliaci oggi come oggi -, lo aveva denunciato per furto. Il figlio degenere guidava la Fiat Panda in compagnia della fidanzata al momento dello stop. Ragazza poi rilasciata dalla Questura, nel suo caso, senza denunce per concorso in furto, una volta verificata la sua estraneità sostanziale ai fatti. Al contrario del fidanzato.

Sicuramente un intervento fuori dell’ordinario ieri per le Volanti della Questura

Al di là della particolarità della vicenda sopra descritta con toni più leggeri rispetto ai fatti di cronaca per così dire “ordinari”, va evidenziato per completezza come il gesto del 32enne s’inserisca in un contesto più ampio: analizzando i suoi precedenti di giustizia emerge come si tratti di un soggetto già implicato in molteplici reati commessi contro il patrimonio, la persona e uso di sostanze stupefacenti. Fino alla vigilia di Natale, però, non si era mai spinto al punto di frugare nella borsa della madre, prendendo in consegna l’utilitaria senza dare alcuna giustificazione, con la scusa di una visita ai parenti. Al momento, la denuncia rimane pendente anche se sarà facoltà di chi l’ha presentata ritirarla o meno.