Femmina di capriolo salvata e liberata dai cacciatori

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La liberazione della femmina di capriolo (foto archivio)

Chi l’ha detto che i cacciatori non hanno a cuore gli animali? Non è certo il caso del Gruppo Ungulati Val Leogra, l’associazione di cacciatori che giovedì scorso ha soccorso una femmina di capriolo ferita ed intrappolata in una proprietà a Monte Magrè. Sotto la supervisione del GUVL e della Polizia Provinciale l’animale è stato in questi giorni seguito e curato, e ieri mattina ha potuto tornare alla sua libertà e ai suoi boschi.

Il Gruppo Ungulati Val Leogra si occupa del controllo della fauna selvatica nei comuni di Schio, San Vito di Leguzzano, Torrebelvicino, Santorso e Piovene. Associazione di 50 soci che ha importanti ma poco appariscenti compiti di tutela del territorio e della fauna che lo popola. Una delle mansioni svolte è proprio quella cui sono stati chiamati la settimana scorsa, quando la Polizia Provinciale ha segnalato un capriolo in difficoltà nella zona di Monte Magrè. L’animale in seguito ad un incidente stradale che ha danneggiato una recinzione in Via Ongaro era infatti potuto intrufolarsi in una proprietà privata. Tuttavia una volta ripristinato il cancello il capriolo si è trovato in trappola, e per alcuni giorni ha provato a liberarsi forzando con il muso la rete metallica. Quando i selercontrollori del Gruppo Ungulati sono arrivati sul posto hanno subito notato la gravità delle ferite al naso e al labbro della femmina, e pertanto l’hanno immobilizzata e portata ad un ambulatorio veterinario.
Nonostante le gravi condizioni in cui versava il capriolo è riuscito rapidamente a riprendersi, e dopo alcuni giorni con l’ausilio della Polizia Municipale è stato portato in un recinto specifico a Valdagno. Ieri mattina l’animale si era completamente ripreso, e di comune accordo è stato condotto e liberato a Monte Magrè. Dopo un attimo di tentennamento si è subito ritrovato a casa, e appena uscito dal box che lo conteneva si è fiondato nel bosco.
“Finalmente siamo riusciti nell’intento di restituire un animale al suo ambiente – ha detto Luca Segafreddo, Presidente del Gruppo Ungulati Val Leogra – ci abbiamo provato altre volte, purtroppo sempre senza successo, per via delle ferite, per le emorragie interne a seguito di investimenti e per lo stress. Per me personalmente e per il Gruppo questo è un grande giorno – ha concluso – e anche una delle rare volte in cui le nostre attività non passano sotto silenzio”.