Sul ritorno della ‘Vaca Mora’ parlano i Sindaci, Rigoni Stern: ‘Sarebbe un sogno’

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Chi credeva che fosse solo una boutade senza seguito, si dovrà almeno in parte ricredere. L’appello di riportare in vita la ‘Vaca Mora‘ pare aver fatto breccia anche nei cuori a volte un po’ freddi della politica che, almeno a livello locale, si mostra possibilista. Un grande amore, forse un po’ nostalgico ma non per questo meno presente e vivo quello che lega infatti il territorio dell’Alto Vicentino e dell’Altopiano dei Sette Comuni alle sorti del vecchio trenino a cremagliera che da Piovene Rocchette superava l’orrido sull’Astico prima di inerpicarsi fiero su per il fianco della montagna vicentina.

A riportarlo ancora una volta alla ribalta a quasi 65 anni dalla sua dismissione, un gruppo di coraggiosi convinti che la parole ‘fine’ ancora non sia stata scritta.

L’avveniristico ponte sull’Astico: oggi rimane solo la parte in muratura

Anche a seguito del nostro articolo che raccontava l’iniziativa di raccogliere delle dichiarazioni d’intento da portare all’attenzione dell’opinione pubblica promossa dall’asiaghese Federico Pessina e spalleggiata dall’associazione cogollese ‘Amici del Trenino’, sono state infatti centinaia le reazioni e i commenti di chi, pur con qualche riserva dettata dalle condizioni del tracciato che fu il regno della gloriosa Vaca Mora oltre che da una questione economica non certo secondaria, auspicherebbe il ritorno del compianto tratto ferroviario tra i più avveniristici dell’epoca.

Il Sindaco di Piovene Rocchette Erminio Masero

“Non mi sorprende che ci sia questo affetto per il trenino, sentimento che peraltro condivido al 100% – racconta il Sindaco di Piovene Erminio Masero – benchè ci sia in me la consapevolezza che parlare di un ritorno sia un po’ quasi utopia. Solo per ripristinare il ponte sull’Astico che purtroppo fu abbattuto in buona parte per ragioni economiche, esiste un progetto di massima che supera i 7 milioni di euro. Dico anche che forse sarebbe più agevole pensare ad un ricordo di questa ferrovia, valorizzando l’intero tracciato come si è fatto per il tratto che va sino ad Arsiero, con aree di sosta dedicate a pedoni e ciclisti”.

Uno scetticismo che però lascia aperto uno spiraglio più che significativo: “Se mi si dicesse però che in qualche modo, magari grazie a dei fondi legati al Pnrr, potrebbero essere convogliate qui delle risorse importanti, non sarei certo io a tirarmi indietro. Come sarei peraltro disponibile a firmare una dichiarazione di disponibilità, magari col collega Sindaco di Asiago, per dire che ci siamo e dare così valore alla legittima richiesta partita da questi cittadini”.

Il Sindaco di Asiago Roberto Rigoni Stern

Parole che in qualche modo trovano sponda proprio nel primo cittadino del capoluogo altopianese, Roberto Rigoni Stern, in una realtà già protagonista di un profondo cambiamento proiettato a nuovi modelli di sviluppo turistico come quella del suo comune: “Ci chiamano ‘la piccola Svizzera’ – spiega Rigoni Stern – e non a caso quello è il nostro modello di riferimento. Una montagna sostenibile che propone una vacanza slow, tra wellness e attività sportive sempre più appoggiate a strutture di eccellenza. Il trenino per Asiago sarebbe un sogno, un’idea accattivante sulla falsa riga proprio della cittadina elvetica di Zermatt, dove non esistono auto e si arriva solo col trenino elettrificato”.

Il campo da golf di Asiago

Non solo possibile volano di un turismo lento che riscopre la pace tra il verde delle Prealpi venete, ma una tutt’altro che trascurabile soluzione per il traffico pesante: “La strada SP349 del Costo è spesso intasata e in un’epoca green, il treno fungerebbe da mezzo di trasporto capace di ridurre il divario tra montagna e pianura con un impatto ambientale minimo. Ripeto, un sogno, ma a volte pensare in grande non è sbagliato: quando parlammo di campi da golf capaci di portare ad Asiago appassionati da tutto il mondo, qualcuno ci guardava come marziani. Abbiamo ora un progetto di un nuovo campo che sarà un fiore all’occhiello e l’attuale è oggetto di un ampliamento con ben 9 buche in più. Con la riattivazione delle Melette, per citare un altro caso, abbiamo riacquisito una fetta turistica importante con molte seconde case aperte: siamo tra le mete italiane più riconosciute per qualità di offerta rivolta alle famiglie. Insomma, per pensare e realizzare in grande, ci vuole coraggio, determinazione, certamente progettualità e risorse. Ma escludere a priori è sempre un errore”.

Una raccolta d’intenti per riportare in vita la ‘Vaca Mora’ 65 anni dopo l’ultimo sbuffo