Caso Rete Veneta-Ulss 7, Bramezza: “Tutelata la reputazione aziendale”. Bacialli: “E’ uno scontro fra due persone”

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Dopo la notizia di oggi, del divieto ad esercitare attività di editore nei confronti di Giovanni Jannacopulos, storico proprietario di emittenti televisive bassanesi e padre di Filippo Jannacopulos, attuale editore di Rete Veneta e Antenna Tre, arriva la reazione del direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana, Carlo Bramezza, presunta vittima.

«Innanzitutto ringrazio il gruppo di Bassano del Grappa della Guardia di Finanza per l’attenzione e l’impegno profusi nell’indagine – commenta Carlo Bramezza -. Al di là degli attacchi personali che sono stati rivolti alla mia persona, questo provvedimento dimostra la buona fede e la correttezza con cui la nostra Azienda Sanitaria ha sempre operato per la salute dei cittadini e soprattutto tutela la reputazione di tutto il personale che in tutti questi mesi ha visto mortificate le proprie competenze e la propria dedizione quotidiana. Una volta di più ora i cittadini sanno di poter contare su un sistema sanitario che certamente non è perfetto, perché migliorare è sempre possibile, ma è gestito con grande impegno, professionalità e organizzazione. Ho massima fiducia nell’Autorità Giudiziaria che sta svolgendo le indagini».

«L’Ulss 7 Pedemontana – spiega una nota aziendale – prende atto dell’ordinanza posta in essere dalla Procura della Repubblica di Vicenza e attende con fiducia l’esito delle indagini, che sono tuttora in corso. L’Azienda metterà a disposizione ogni documentazione utile a fare completa chiarezza sulla vicenda».

Gli studi di Rete Veneta a Bassano

Jannacopulos è indagato per minaccia continuata a pubblico ufficiale: il provvedimento è stato disposto dalla Procura di Vicenza e reso esecutivo questa mattina dalla guardia di finanza di Bassano. Una disposizione che in Veneto non ha precedenti: la tesi del giudice è che Jannacopulos, che attualmente non è editore della testata televisiva ma di fatto – secondo quanto accertato nelle indagini dai finanzieri – continuava ad esercitare ruoli direttivi nelle televisioni di famiglia, avrebbe utilizzato la tv per attaccare il direttore generale dell’Ulls 7, minacciandolo e screditato, attraverso una campagna denigratoria via etere, scatenata dopo il rifiuto del manager della sanità pedemontana di orientare alcune decisioni gestionali come richiesto dall’editore, in cambio di visibilità attraverso i due canali televisivi. L’indagine ha fissato un primo punto fermo, ma non è conclusa: restano probabilmente da indagare ad esempio il ruolo dei sanitari di cui Jannacopulos chiedeva lo spostamento e dei politici a cui l’editore bassanese si rivolgeva.

Il direttore di Rete Veneta, Luigi Bacialli

La reazione di Rete Veneta e del direttore Luigi Bacialli
Nell’edizione serale del tg di Rete Veneta il direttore responsabile della testata, Luigi Bacialli, ha definito “burrascosi” i rapporti fra Jannacopulos e Bramezza, spiegando che si sarebbero scontrati più volte e che tale situazione prescinde dall’attività giornalistica.”Non ci sono interessi o investimenti nostri nella sanità alla base delle critiche – ha aggiunto Bacialli – e quanto diciamo nei nostri servizi sono notizie verificate e da fonti attendibili, e continueremo su questa strada”. Il Comitato di Redazione del tg bassanese ha espresso preoccupazione e annunciato un’assemblea sindacale.

Giovanni Jannacopoulos

Da parte sua oggi al Gazzettino Filippo Jannacopulos (legale rappresentante di Medianordest, la società editrice di Rete Veneta e Antenna Tre, e figlio di Giovanni Jannacopulos) ha dichiarato che «la vicenda di cui si occupa la Procura di Vicenza non ha nulla a che vedere con l’attività delle tv. Riguarda un fatto personale di mio padre, la società cui fanno capo le emittenti non è coinvolta, tant’è che non è stata oggetto di alcun provvedimento, né di acquisizioni di materiali».

Le reazioni della politica
Intanto si registrano le prime reazioni alla vicenda, salita oggi anche alla ribalta nazionale. «Allibito da questa notizia» si definisce il sindaco di Schio Valter Orsi. «Che ci fossero pressioni esterne lo si fiutava nell’aria ma non immaginavo una situazione del genere. Auspico che la magistratura faccia chiarezza fino in fondo e che se vi sono altri coinvolti vangano fatti emergere i nomi. La sanità è sacra per i cittadini, giù le mani!! La mia vicinanza e stima al dg Carlo Bramezza, ho da subito visto in lui una figura retta e vi ho posto fiducia e collaborazione, ora so che non mi sbagliavo».

Si attende la reazione della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 7. Nessun commento, al momento, da parte di amministratori e politici di area Lega (partito a cui l’emittente è notoriamente vicina) al governo in Regione e nel bassanese: non commenta l’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin (di Rosà) e neppure il vicepresidente del Consiglio Regionale, il bassanese Nicola Finco. Silenzio anche da parte della sindaca di Bassano Elena Pavan. Nessun post segnalato in merito alla grave vicenda neanche da parte del presidente della Regione Luca Zaia, presso il quale Bramezza gode di grande fiducia. Non commenta, infine, neppure l’altra assessore bassanese, Elena Donazzan di Fratelli d’Italia.

Arturo Lorenzoni, portavoce opposizioni in Consiglio Regionale, chiede sia fatta immediata chiarezza sui fatti: “Come sottolineato dal comitato di redazione, è doveroso, oltre che previsto dalla deontologia, consentire ai giornalisti di svolgere il proprio lavoro in libertà e serenità”. “Ho massima fiducia nell’autorità giudiziaria – conclude – Per quanto di loro competenza, Ordine e Sindacato hanno già fatto sapere che agiranno”.