La città saluta il professore emerito e storico dell’arte che diresse il Museo Civico

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Un cognome illustre e una carriera accademica densa di studio, iniziative di ricerca ed elogi hanno contraddistinto la vita, gli insegnamenti e le opere nel campo della storia dell’arte del professor Giuseppe Maria Polo di Capaci, che sarà salutato oggi pomeriggio a Bassano del Grappa, sua terra d’adozione.

Dopo essersi spento a 91 anni di età nei giorni scorsi in un centro di cura sull’Altopiano, e una vita dedicata alla docenza in ambito universitario e alla gestione dei musei. Ad unirsi al dolore del figlio Giovanni e la sua famiglia saranno tanti i bassanesi che, in presenza o attraverso un messaggio di condivisione del lutto, parteciperanno all’ultimo saluto. Avverrà alle 15 di oggi nella chiesa arcipretale di Santissima Trinità.

Di avi aristocratici siciliani per origini, era nato a Mogliano Veneto. Aveva raggiunto il titolo di professore emerito all’Università Ca’ Foscari di Venezia dopo gli anni di insegnamento di Storia dell’arte moderna (anche a Trieste, Udine e Padova) e le centinaia di opere e volumi di accurata ricerca pubblicate durante la sua instancabile propensione a valorizzare le bellezze artistiche in più forme. In particolare in Veneto, dove ha sempre vissuto a parte le parentesi friulane, mentre dal 1994 alla pensione si era stabilito alla cattedra di Venezia. Tra le varie cariche ed onorificenze attribuite nel corso della sua carriera spiccano il titolo di Grande Ufficiale di Ordine al merito della repubblica Italiana conseguito al Quirinale nel 1991 anche quella di socio dell’Accademia Olimpica di Vicenza.

A Bassano del Grappa lasciò il segno come giovane direttore dei Musei Civici (dal 1960 al 1966), per poi risultare tra i fondatori dell’associazione di sostegno “Amici dei Musei” e mettere su famiglia da quelle parti. In particolare a Udine e Venezia viene ricordato in questi giorni, oltre che nel Vicentino da ex colleghi ed ex studenti che hanno percorso un tratto della loro crescita accademica sotto la sua guida. Sposò proprio una bassanese, come lui grande appassionata di arte e insegnante di liceo.

“Lo vogliamo e dobbiamo ricordare soprattutto in quanto fondatore, insieme ad altri bassanesi, della nostra Associazione – si legge nella pagina dedicata dagli “Amici”, che riporta una sua lettera conservata -, appena possibile non mancheremo di ricordarne degnamente la figura e gli studi. Ai congiunti, residenti a Bassano, le condoglianze dell’Associazione, del Consiglio e del Presidente”.