La preziosa ciotola in vetro di Murano rubata 9 mesi fa ritorna al proprietario

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Un frame del filmato di sorveglianza da cui sono partite le indagini a giugno scorso

Potrà tornare in bella mostra in vetrina e magari trovare un legittimo acquirente che ne valorizzi l’arte e la storia la preziosa ciotola di Murano in rosso corallo e nero, restituita da poche ore dal Commissriato a una nota rivendita di articoli da regalo di Bassano del Grappa.

Si tratta di un piatto in vetro lavorato a mano della serie “Murrine opache” disegnata dall’artista Carlo Scarpa nel 1940 e prodotta dai maestri vetraia veneziani, un oggetto da cucina da collezione il cui valore è stato stimato in 6.750 euro. Rubato, il 26 giugno del 2020, da una coppia di malviventi poi spariti dal negozio con la complicità di un “palo” e finalmente ritrovato.

Grazie alle indagini della polizia di Stato la refurtiva composta dall’unico oggetto trafugato a inizio estate scorsa è tornata nelle mani dei gestori del negozio di articoli per la casa “Focus”, la famiglia Zanon. Essenziali a suo tempio le telecamere di videosorveglianza che hanno permesso di rintracciare i materiali autori del furto e alla rete tesa dai militari Bassano che, di fatto, hanno impedito ai ricettatori di imbastire qualsiasi trattativa con possibili acquirenti privati. Nove mesi dopo, quindi, la ciotola di produzione veneziana “Venini” è tornata al suo posto, intatta e rimessa in vendita per i collezionisti del genere.

La sottrazione del prezioso oggetto era stata ricostruita nei dettagli grazie alle riprese del circuito interno. In pratica, mentre un soggetto – riconosciuto in un 62enne di Marostica – si faceva mostrare alcune porcellane dal proprietario, una coppia di giovani finti clienti (di 25 anni lei, 29 lui, entrambi padovani) si occupava di celare in una borsa ampia la ciotola approfittando della situazione di favore creata “ad arte” dal complice. Per poi uscire dal negozio alla chetichella e far perdere le proprie tracce. Non del tutto, però, visto che stavolta le telecamere cittadine hanno permesso di riconoscere l’auto della coppia di ladri, incrociando filmati ed orari, risalendo alla loro identità attraverso il codice di targa. Oltre a quella del “terzo incomodo”, con il quale era avvenuto uno scambio di battute – anch’esso ripreso – prima del blitz criminale.


La strategia portata in campo dagli investigatori ha sortito gli effetti sperati. A fianco delle indagini canoniche portate avanti dai carabinieri, infatti, l’ampia diffusione sulla stampa e sui servizi televisivi della notizia con le immagini della refurtiva ha sortito l’effetto di rendere invendibile il pezzo, nonostante l’asta al ribasso tra i ricettatori. Ai malviventi, quindi, che nel frattempo si erano “liberati” del prezioso piatto di Murano, non è rimasto che indicare alla Polizia di Stato il luogo dove era stato nascosto, facendo in modo che si potesse recuperare e restituire al suo proprietario bassanese. Incredulo, a quanto raccontato dal commissariato di Bassano, dopo che probabilmente aveva perso le speranze di tornarne in possesso dopo i tanti mesi trascorsi.