Lupi, sit-in della Lav in Regione: “se passa la legge denunceremo i consiglieri a favore”

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Un lupo (immagine d'archivio)

“Al primo lupo ucciso denunceremo per danno erariale i consiglieri favorevoli“. Più che una levata di scudi da parte della Lav – Lega Anti Vivisezione, associazione di tutela degli animali – della sede territoriale di Bassano, si tratta di un vero e proprio monito rivolto ai membri dell’assemblea che tra oggi e domani sul Canal Grande si esprimeranno sulla proposta di legge “anti-lupo”. Organizzato anche un sit-in di protesta dalle 9.30 alle 12.30 di fronte alla sede del Consiglio regionale veneto che riunirà diverse sigle animaliste e ambientaliste. Annunciata anche la mobilitazione di Enpa Veneto.

Il testo di legge da approvare, che porta la dicitura “Misure di prevenzione e di intervento concernenti i grandi carnivori“, sarà oggetto di dibattito e voto nel corso dei lavori programmati da oggi a Palazzo Ferro Fini, a Venezia. Tra i firmatari della bozza il consigliere vicentino Nicola Finco. “Appena la legge sarà approvata presenteremo immediatamente istanza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri perché sia subito impugnata avanti la Corte Costituzionale – dichiara Silvia Lovat, responsabile della sede LAV di Bassano del Grappa – non possiamo tollerare un atto di tale arroganza politica che non ha nulla a che vedere con la prevenzione dei conflitti con le attività umane”.

Ci sarebbe un precedente analogo su cui le associazioni animaliste fanno leva, con tanto di condanna di risarcimento da parte delle istituzioni locali, in Trentino. Ora la patata bollente “tocca” al Veneto. “Una proposta fortemente voluta dalla maggioranza nonostante configuri gravi profili di illegittimità costituzionale – continua dalla sede Lav di Bassano – così come dimostrato dalle identiche leggi che la scorsa estate sono state approvate dalle province Autonome di Bolzano e Trento. Che hanno subito l’immediata censura del Ministro Costa che ne ha annunciato l’impugnazione”. Sulle stesse orme anche Enpa: “invece di impiegare risorse pubbliche per la discussione di provvedimenti condannati a finire sotto la scure della Corte Costituzionale – fa sapere l’Enpa – gli amministratori pubblici si concentrino su progetti e iniziative di reale interesse per la collettività, e non solo per quella frangia di allevatori che ancora si rifiuta di applicare misure a tutela dei propri animali”-

Secondo le previsioni delle associazioni di tutela degli animali, l’eventuale approvazione del testo è “risaputo che non potrà produrre effetti, configurandosi esclusivamente come un’operazione di propaganda politica voluta da alcuni consiglieri già noti per le loro posizioni antilupo”. In altre parole, secondo i detrattori l’uccisione dei lupi non contribuirebbe affatto alla prevenzione delle predazioni, che “possono addirittura aumentare a causa della destrutturazione dei branchi. Solo l’adozione di serie misure di prevenzione può garantire la presenza delle attività umane nei territori occupati dai lupi”.

La chiusura è secca e non lascia spazio a interpretazioni: “se anche un solo lupo dovesse essere ucciso a causa dell’approvazione di questa legge farsa – questa la perentoria conclusione –  faremo immediatamente ricorso alla Corte dei Conti”.