Morte del cantante Michele Merlo, l’indagine interna è conclusa: “Iter adeguato” per l’Ausl

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Si apprende da più fonti di stampa emiliana che l’Ausl di Bologna, l’azienda sanitaria di riferimento per l’ospedale di Vergato a cui il cantante vicentino Michele Merlo – morto prematuramente sembra a causa di una leucemia fulminante – si era rivolto, ha concluso l’indagine interna ordinata per appurare eventuali condotti scorrette da parte del personale sanitario. Riscontrate delle non meglio precisate problematiche organizzative ma si parla nel contempo di “adeguatezza” delle cure prestate al cantante veneto.

Nessuna anomalia sostanziale sarebbe emersa sulle procedure adottate nel corso di questo primo approfondimento a carattere interno ma che sarà inoltrato ai giudici, tra i documenti sanitari corredati all’indagine dopo la morte dell’artista vicentino di 28 anni, avvenuta lunedì di questa settimana dopo il ricovero in codice rosso stavolta all’ospedale Maggiore del capoluogo felsineo.

Il susseguirsi dei drammatici giorni che hanno portato alla tragica fine toccata a Michele, cantante lanciato dalla trasmissione tv “Amici” -, era iniziato mercoledì 2 giugno. Nel giorno della Festa della Repubblica il giovane si era presentato al pronto soccorso di Vergato, polo sanitario in provincia di Bologna, ed era stato visitato poco prima delle 16. Per poi venire dimesso a distanza e far autonomamente rientro a casa. Con una diagnosi riferibile a un “quadro patologico dell’apparato faringeo” e la prescrizione di un farmaco antibiotico come terapia di cura.

La sera successiva, purtroppo, per il ragazzo cresciuto a Rosà la situazione è precipitata: poco prima delle 22 la chiamata al 118 con invio di un’autoambulanza giunta dopo 17 minuti e il ricovero d’urgenza a Bologna all’Ospedale Maggiore “Pezzati” dopo le prime cure per stabilizzarlo sul posto. Impietoso l’esito dei primi esami diagnostici interni: una grave emorragia cerebrale, presenza di una probabile leucemia fulminane (poi confermata), l’intervento neurochirurgico disperato e, dopo due giorni in rianimazione, è giunto il temuto annuncio del decesso, avvenuto domenica sera alle 21.45 e ufficializzato all’Italia al mattino successivo.

Il fascicolo d’inchiesta con l’ipotesi di omicidio colposo rimane su uno dei tavoli delle aule di giustizia della Procura di Bologna, dopo l’esposto della famiglia. Il timore che i sintomi accusati dal 28enne siano stati sottovalutati rimane ancora forte, sovrastato solo dal dolore per la perdita di un ragazzo con tanti sogni ancora da realizzare come artista e come uomo. Come riporta Tgcom24, dall’audit si evince che si sono verificate “alcune criticità sotto il profilo organizzativo rispetto all’ospedale di Vergato – fa sapere l’Ausl – ma non di particolare gravità, confermando invece, in tutti i momenti, l’adeguatezza dei processi clinici e assistenziali”.