Piano Baxi-San Lazzaro, domani il voto in consiglio comunale. Cisl e Uil: “Tenere insieme lavoro e ambiente è possibile”

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Da sinistra: Davide Passuello (Fim-Cisl), Raffaele Consiglio (segretario provinciale Cisl), Carlo Biasin (segretario provinciale Uilm e componente della segreteria regionale Uil)

Domani il Consiglio Comunale di Bassano del Grappa sarà chiamato a esprimersi su una questione strategica per il futuro del territorio bassanese: la possibilità di dare il via ad un complesso domino di operazioni immobiliari che da una parte consentirebbe la permanenza e l’ampliamento di una realtà industriale storica e tuttora strategica come la Baxi, dall’altra prevede la lottizzazione di un’area agricola di 70 mila metri quadri. “O rovesciando il discorso, da una parte la perdita di oltre 800 posti di lavoro, senza considerare l’indotto stimato in circa 2.000 posti di lavoro – commentano i due sindacati confederali provinciali Cisl e Uil, che sulla questione hanno tenuto questa mattina una conferenza stampa proprio a Bassano, alla quale doveva partecipare anche la Cgil ma che alla fine non era presente -, dall’altra il freno ad un’ulteriore cementificazione in un’area che nel corso degli anni è già stata oggetto di un’eccessiva urbanizzazione”.

L’alternativa sulla carta pare impossibile, per per le due organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori “compito della buona politica è operare delle scelte, e farlo per il bene comune e in modo lungimirante”.

Per questo, come organizzazioni sindacali Cisl e Uil Vicenza “sono e saranno sempre per la difesa del lavoro: sarebbe un danno economico e sociale irreparabile la perdita di oltre 800 posti di lavoro. L’attuale carenza di manodopera non può essere un alibi per lasciare con leggerezza che il territorio perda una risorsa industriale di tale rilevanza”.
“Allo stesso tempo – hanno spiegato Raffaele Consiglio e Davide Passuello della Cisl insieme a Carlo Biasin della Uil – come sindacato sosteniamo con forza la necessità di uno sviluppo sostenibile in termini ambientali e sociali. L’equilibrio ambientale tuttavia non può essere ridotto ad una discussione di quartiere: esattamente come per le politiche industriali, richiede la capacità di una visione complessiva e di una pianificazione. Poiché è la collettività tutta a beneficiare delle azioni a tutela dell’ambiente, tali azioni devono potersi sviluppare in un’ottica di area vasta. Solo così possono essere conciliati obiettivi diversi e ugualmente strategici, come appunto la tutela ambientale e lo sviluppo economico”.

La vicenda Baxi-Pengo
La Baxi, grossa azienda bassanese, è da tempo alla ricerca di un grande spazio dove realizzare le linee produttive delle caldaie del futuro, imposte dall’Ue (non più a gas ma a energia elettrica, come pompe di calore e sistemi ibridi). La sede ideale per l’ampliamento era stata individuata nel vicino stabilimento “ex Iar” ora dell’azienda Pengo, ricevendo da quest’ultima la disponibilità alla cessione. La Pengo, però, a sua volta, dovrebbe spostare l’attuale magazzino in un’area verde di sua proprietà a San Lazzaro, grande come 45 campi da calcio, non lontano dal casello della Spv ma in questo momento a destinazione agricola e questo richiede modifiche urbanistiche, nonché realizza un consistente consumo di suolo in un territorio, quello bassanese, già molto cementificato. L’amministratore delegato della Baxi, Alberto Favero, ha sollecitato un tavolo con il Comune, sottolineando che se non si individuasse una soluzione si potrebbe andare incontro alla perdita di 700 addetti in tre anni.

L’area di proprietà della Pengo, nel quartiere di San Lazzaro, che sarebbe cementificata

“Sconcerta – commentano i tre sindacalisti – alla vigilia di un voto decisivo su una vicenda di tale importanza, che dopo mesi il dibattito sia fermo al punto di partenza, senza che siano state trovate delle soluzioni alternative o comunque delle modalità di compensazione ambientali adeguate. Ma recuperare il tempo perduto è ancora possibile”.
Alla vigilia del voto in programma domani, Cisl e Uil Vicenza, insomma, chiedono che vengano tutelati i lavoratori e le loro famiglie, “perché senza lavoro non può esserci futuro”. “Questo – aggiungono – anche in considerazione del fatto che il piano di investimenti prospettato prevede la riconversione del polo produttivo di Baxi in un centro di competenze leader nei sistemi di climatizzazione ad alta efficienza energetica e ridotto impatto ambientale”.

Allo stesso tempo, per le organizzazioni sindacali confederali “il voto non potrà tuttavia essere un assegno in bianco: chiediamo che immediatamente dopo la votazione sia aperto un tavolo di confronto con le parti sociali e i rappresentanti dei quartieri, con un cronoprogramma rigoroso e condiviso, finalizzato a studiare come minimizzare l’impatto ambientale dell’operazione nel suo insieme e definire adeguate compensazioni ambientali, destinando e vincolando in via esclusiva a questo scopo gli introiti derivanti dagli oneri di urbanizzazione. Questo è il momento della buona politica, non dei veti incrociati. Il territorio possiede competenze e risorse per diventare un modello di sviluppo sostenibile”.

Si dimette Facchin, il Pd chiede il referendum
Intanto, c’è un terremoto in atto nella politica bassanese in vista del voto di domani sul protocollo d’intesa proposto da Baxi-Pengo al Comune: secondo indiscrezioni riportate nell’edizione di oggi da Il Giornale di Vicenza, il presidente del consiglio comunale di Bassano, Stefano Facchin, si è dimesso dalla sua carica ieri mattina ed è uscito dal gruppo della Lega nord, aderendo al gruppo misto. Facchin vive proprio nel quartiere di San Lazzaro aveva partecipato “a titolo personale” a un’iniziativa di Aria, l’Associazione bassanese per il rispetto ambientale che lo scorso anno aveva avviato una raccolta firme – ha deciso insomma di tenersi le mani libere rispetto al voto di domani.
Da parte su, il Partito Democratico, in minoranza in consiglio comunale, accusa l’amministrazione comunale guidata da Elena Pavan di non aver coinvolto i cittadini, né informandoli, né chiedendo il loro parere. “Vista l’incapacità e la mancanza di volontà di questa amministrazione di dare risposte ai cittadini e di informarli rispetto alle decisioni che avvengono dentro le segrete stanze del palazzo comunale, chiediamo che l’amministrazione Pavan lasci la parola ai cittadini” afferma Luigi Tasca, segretario dem cittadino, che prosegue spiegando che “secondo l’articolo 58 dello statuto comunale di Bassano è possibile convocare un referendum consultivo per chiedere l’opinione dei bassanesi rispetto al protocollo d’intesa che andrà al voto in consiglio comunale”. Per questo il Pd aveva chiesto di rinviare il voto di domani”.

Intanto, Fiab (la Federazione Italiana Ambiente e Sicurezza) la lanciato una petizione che chiede il rinvio della decisione e di istituire urgentemente una task force in ambito di Area Urbana Pedemontana, per trovare soluzioni più sostenibili sull’area di San Lazzaro e su tutti i casi analoghi presenti e futuri.