La barbara uccisione di un cucciolo di gatto riapre il nodo delle sterilizzazioni feline

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Nel riquadro Blu, il cucciolo selvatico di 5 mesi massacrato lo scorso fine settimana

Giovedì scorso una donna di Fellette si è ritrovata di fronte uno scenario sconcertante: schizzi di sangue sul muro dei garage e sul selciato, intorno al cadavere di un gattino di appena 5 mesi, di cui si occupava, pur non essendone la proprietaria. Blu, questo il nome del cucciolo, faceva parte di una colonia felina di 13 esemplari selvatici ai quali la signora dal buon cuore fornisce del cibo nel giardinetto di sua proprietà, in una zona nel comune di Romano in parte rurale e in parte residenziale. A qualcuno, probabilmente un residente della zona o peggio ancora un vicino di casa o un condomino, la presenza di questi animali liberi non stava bene. Un’insofferenza sfociata nella decisione di disfarsene nel modo più cruento: sbattendo sul basculante del garage il povero Blu fino a ucciderlo barbaramente.

Un fatto che ha non lasciato indifferenti gli abitanti del quartiere, in particolare in via S. Gregorio Barbarigo dove è avvenuto, e che ha smosso subito associazioni animaliste e anche movimenti politici che hanno radicato nella loro missione il rispetto degli animali. Dell’episodio avvenuto la scorsa settimana se ne stanno occupando i carabinieri, che hanno raccolto testimonianze e indizi che potrebbero presto portare all’individuazione di uno (o più) presunti colpevoli dell’atto efferato nei confronti del malcapitato micio, seviziato crudelmente. L’artefice dell’uccisione del felino rischierebbe fino a 2 anni di carcere e una sanzione da 5 a 30 mila euro, ma dipenderà dal capo d’accusa formulato in base anche agli esiti dell’autopsia.

A monte del fatto di cronaca, torna d’attualità il nodo delle sterilizzazioni, in particolare delle numerose colonie feline che proliferano dopo la stagione degli accoppiamenti e rappresentano un problema ormai fuori controllo da parte delle istituzioni locali, seppur incaricate di provvedere in tema di randagismo.

E’ orribile quanto è successo – sostiene Paola Corbellari, bassanese e portavoce di “Ora rispetto di tutti gli animali” – ma l’indifferenza e il totale abbandono non sono da meno. Avevamo chiesto delle azioni di sterilizzazioni urgenti. La mancata sostituzione di un veterinario preposto, andato in pensione, e altre problematiche di costi hanno sicuramente influito, ma è mancata la volontà di superarle e risolvere una situazione di forte disagio”. Una sterilizzazione privata, va detto, può costare in media da 90 a 120 euro; ma si possono dimezzare su larga scala e tramite intervento pubblico.

La famiglia libera di gatti selvatici di Fellette era nota, oltre che conosciuta da tanti residenti. “Da mesi combattiamo con il comune di Romano e Asl di Marostica – ma non c’è stato verso di venire a capo della problematica, nonostante tre censimenti della stessa colonia. La prima volta da parte di un’associazione, la seconda direttamente dall’azienda sanitaria locale nel 2018 e per la terza volta lo scorso 10 luglio 2019 da me in prima persona. Un anno fa il “clan” era composto da maschio e femmina adulti e 4 cuccioli, se si fosse intervenuto a tempo debito con una sterilizzazione non avremmo assistito a questo massacro, Blu non sarebbe mai nato nè morto in modo atroce. Avevano raggiunto le 13 unità, con 4 adulti (un maschio e tre femmine) e 9 cuccioli, tra cui Blu, nato ad aprile di quest’anno. Da ricordare – continua la volontaria – che la legge prevede che le colonie di gatti randagi sono di proprietà del sindaco e assegna al Comune il compito di provvedere a loro, sterilizzazione compresa. Ci sono leggi che tutelano cani e gatti, ormai siamo al collasso e non solo nella nostra provincia, ma in tutto il Veneto”.

I gatti dell gruppetto originario vivevano in pianta stabile in una casa abbandonata a un centinaio di metri da dove sono stati poi accolti, in seguito all’abbattimento della struttura avvenuto circa un anno e mezzo fa. Per dovere di chiarezza la signora Adriana che li ha presi in cura si è vista assegnare l’incarico di referente per la colonia, mentre la proprietà rimane in carico di fatto allo Stato, che la demanda a sua volta all’ente territoriale, vale a dire il Comune.

A recuperare il corpicino martoriato di Blu è stato un accalappiacani inviato dall’Asl, alla presenza dei carabinieri, che hanno raccolta la denuncia e avviato con decisione le indagine di fronte a uno scenario raccapricciante. Ora ciò che resta del gatto si trova in un laboratorio di Padova, dove verrà effettuata l’autopsia, il cui referto finirà sul tavolo dei rappresentanti locali dell’Arma. “Permane molta preoccupazione – conclude la Corbellari – ci sono ancora 10 gatti liberi di questa colonia nelle vicinanze, nel frattempo non senza difficoltà due di loro sono stati fortunatamente dati in adozione e abbiamo sterilizzato le mamme gatte adulte, e ci auguriamo che tutto si risolva per il meglio. Tutti stanno bene, ma solo per ora”.