Salma di Zen rimpatriata dalla Turchia. Camera ardente e funerali in forma privata a a Romano

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Nel riquadro Angelo Zen, sullo sfondo una delle tante scene di devastazione in Turchia

E’ rientrato in Veneto Angelo Zen, la sua “casa”. Purtroppo, all’interno di una bara che ne custodisce le spoglie, dopo il ritrovamento del corpo del consulente orafo di 61 anni morto a seguito delle scosse di terremoto di Turchia e Siria, unico cittadino italiano senza origine dai luoghi della catastrofe rimasto vittima del sisma.

Sabato sera lo sbarco della salma all’aeroporto Marco Polo di Venezia, poi l’affido ai familiari e la camera ardente allestita a Romano d’Ezzelino, in attesa della concessione del nulla osta in vista del funerale. Che, da quanto filtra dalla cerchia di parenti, si terrà in forma privata – anche le visite rimangono riservate a familiari e amici più intimi, e poche autorità – non appena sarà possibile celebrarli.

Tutto questo a ormai quasi due settimane dalla data presunta di morte di Zen, rimasto sepolto tra le macerie di un hotel di Kahramanmaras. Città da oltre un milione di abitanti del Sud della Turchia dove Angelo alloggiava dal giorno precedente in vista di un incontro per affari. Dalla sera del 5 febbraio nessuno, tra la famiglia d’origine di Romano – dove sarà celebrata la funzione – e il Veneziano, aveva più avuto suo notizie. Nell devastazione post terremoto, tra i detriti della palazzina crollata, sarebbe stato ritrovato anche lo smartphone del vicentino.

Il 61enne lascia la moglie Patrizia. Con lei negli ultimi tempi viveva a Martellago, nella frazione di Maerne. Era un viaggiatore abituale per motivi di lavoro, in Italia e all’estero, abituato a girare il mondo. Il destino crudele che gli è toccato lo ha fatto giungere proprio nell’epicentro del sisma più catastrofico del secolo in corso, il giorno prima delle scosse di terremoto che hanno portato devastazione in due Stati e, ad oggi, un bilancio di circa 41 mila vittima e un milione di sfollati di nazionalità turca e siriana.

Ad individuare la salma di Zen sono stati i vigili del fuoco inviati con il contingente italiano dei soccorsi nella zona del disastro, grazie al segnale lanciato da uno dei cani addestrati qui nella ricerca di persone. Purtroppo, però, giovedì scorso, l’unico disperso italiano è stato ritrovato cadavere, dopo che per circa 10 giorni si era sperato in un miracolo.