Bar sanzionato per inosservanza delle regole di “zona rossa”. Multe alla titolare e clienti

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Sullo sfondo il locale sanzionato, con visibile il portico dove alcuni clienti si gustavano le bibite

Consumare una bevanda alcolica o del cibo all’interno di un bar o nelle sue immediate pertinenze costituisce un illecito in regime di “zona rossa” e in generale di emergenza sanitaria, motivo per cui sabato scorso a Rosà sono state sanzionate tre persone.

A ribadirlo con i fatti sono ancora una volta i carabinieri, che hanno inflitto tra sanzioni da 400 euro ciascuno a due avventori del “Magicaffè“, e alla barista 28enne di nazionalità cinese, colpevole di aver servito ai clienti delle bibite con modalità non consentite dalle disposizioni governative di contrasto al coronavirus.

Proseguono infatti in questi giorni di marzo, in tutto il territorio vicentino, i controlli mirati all’osservanza delle norme anti diffusione del contagio e, a fronte della stragrande maggioranza di commercianti e ristoratori che adempiono correttamente alle disposizioni , di volta in volta spuntano casi di “furbetti” o trasgressori che dir si voglia. A cadere nella rete dei controlli dei militari della stazione di Rosà, in questo caso, è stata un’attività gestita da una famiglia di nazionalità cinese, sanzionata sabato pomeriggio per aver servito delle bevande non compatibili con l’asporto a due uomini, multati a loro volta.

A cancellare ogni dubbio in merito, per i carabinieri impegnati in questa occasione in via Manzoni lungo la trafficata strada provinciale Sp58, il fatto che parecchi contenitori di liquidi erano stati lasciati all’esterno del locale, usati di recente. Ad attirare l’attenzione della pattuglia, in realtà, erano stati proprio i due avventori notati mentre uscivano dalla porta del bar con in mano due “bicchieroni” colmi di bibite, per poi sostare sotto il portico dell’edificio. Una pratica, per quanto consueta fino a poco più di un anno fa, ad oggi non più consentita.

Come previsto dal decreto, poi, alle sanzioni pecuniarie comminate è associato inoltre il provvedimento di sospensione dell’attività dell’esercizio pubblico, per un massimo di 5 giorni in base alle decisioni in merito che spettano per competenza al Prefetto di Vicenza. I trasgressori avranno a disposizione cinque giorni di tempo per usufruire dello “sconto” e pagare allo Stato il corrispettivo di 280 euro di multa, anzichè i 400 euro entro due mesi dalla data di contestazione.