Esplorare il Vicentino – Le Grotte di Oliero a Valbrenta

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A bordo di quell’esile barchetta, vi sembrerà di entrare nell’Ade traghettati da Caronte. Le acque dell’Oliero fluiscono placide dal basso ed oscuro antro del Covol dei Siori, mentre con il cuore in tumulto ci si addentra, scrutando con gli occhi di qua e di là, nel mondo ipogeo.

Siamo ad Oliero, piccolo paese vicino a Valstagna nel Canale del Brenta. Il paese è famoso per le sue grotte, le quali costituiscono una delle principali risorgive situate nella Valbrenta dove confluiscono gran parte delle acque che percolano nel massiccio dell’Altopiano di Asiago.

Le grotte di Oliero hanno un’importanza turistica: possono essere visitate da chiunque grazie a un percorso che unisce le quattro cavità che si aprono nei pressi della sorgente del fiume Oliero; in secondo luogo sono fondamentali per il fabbisogno idrico dell’Altopiano di Asiago in quanto qui vi si trova l’acquedotto che pesca l’acqua dalla grotta per portarla nuovamente a monte.

Le cavità visitabili sono il Covol degli Assassini, il Covol dee Soree, il Covol dei Siori e il Covol dei Veci.

Le prime due hanno uno sviluppo ridotto e sono asciutte, si trovano a una quota più elevata rispetto alle altre due grotte e sono la testimonianza delle antiche sorgenti da dove sgorgava milioni di anni fa l’Oliero. Il Covol dei Siori e dei Veci invece rivestono molto più interesse: da entrambi fuoriesce il fiume e si trovano a poca distanza l’uno dall’altro. La particolarità di queste due grotte è che sono per la maggior parte sommerse dall’acqua: al loro interno si sviluppano condotte lunghe svariati chilometri che si organizzano in veri e propri reticoli labirintici.

Sono cavità impostate su una serie di sifoni, ossia punti della grotta dove l’acqua riempe perennemente tutto lo spazio fino al soffitto, che si alternano a spazi asciutti.

Il Covol dei Siori, noto anche come Grotta Parolini, si può visitare nella sua primissima parte a bordo di una barca con la quale si percorre un breve tratto del fiume sotterraneo, per approdare alla Sala della Colata dove si trova una stupenda e imponente concrezione calcarea che adorna la parete. La sala è illuminata artificialmente e crea dei suggestivi giochi di luce, mentre la traversata in barca si compie quasi al buio, con la sola luce delle torce e quella che riesce a penetrare dal basso ingresso.

Dalla sala poi inizia un ramo superiore asciutto dove possono accedervi solo gli speleologi, mentre la gran parte della grotta si sviluppa sott’acqua, proprio dove si passa con la barca: infatti il fondo a un certo punto scompare e vi si intravede il filo di Arianna usato dagli speleosubacquei per raggiungere i luoghi più reconditi della cavità.

Allo stesso modo il Covol dei Veci si può ammirare per le persone comuni solo dall’esterno in quanto anche questa grotta è completamente allagata e riservata quindi agli speleosub. Al momento sia per il Covol dei Veci che per quello dei Siori sono stati rilevati più di 4 chilometri di gallerie che raggiungono una profondità massima di poco più di 60 metri, ma si è certi che le grotte proseguono ancora, le esplorazioni continuano.

Una particolarità di queste grotte è che qui si trova il proteo, anfibio alquanto raro adattato alla vita ipogea e che venne qui introdotto per mano dell’uomo. L’edificio dove si trova la biglietteria ospita due musei: il Museo delle Cartiere e il Museo di Speleologia e Carsismo. Lo stesso edificio un tempo era una cartiera, ubicato nei pressi del fiume per la necessità di reperire acqua corrente dolce per la produzione della carta.

Nel primo museo si possono osservare i vecchi metodi di produzione della carta, gli strumenti utilizzati, gli aspetti della vita lavorativa nella cartiera e antichi libri stampati.

Nel secondo museo si ha una interessante e completa panoramica sul mondo dell’esplorazione ipogea e sul fenomeno del carsismo. Inoltre qui vi si trovano alcuni acquari che ospitano pesci della fauna locale e alcuni anfibi come tritoni e lo strano e simpatico axolotl, il parente americano del proteo.

In definitiva, chi passa per la Valbrenta non può non fermarsi almeno una volta per ammirare queste bellezze della natura!