CineMachine | Avengers: Infinity War

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òREGIA: Joe e Anthony Russo ● CAST: Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Danai Gurira, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Tom Hiddleston, Idris Elba, Peter Dinklage, Benedict Wong, Pom Klementieff, Karen Gillan, Vin Diesel, Terry Notary, Bradley Cooper, Sean Gunn ● GENERE: azione, avventura, science fiction, fantasy ● DURATA: 149 minuti ● DATA DI USCITA: 25 Aprile 2018 (Italia)

Avengers: Infinity War del 2018 per la regia di Joe e Anthony Russo.

Storia: Mentre gli Avengers ed i loro alleati hanno continuato a proteggere il mondo e l’universo da continue minacce, troppo grandi per essere risolte da un eroe solitario, dalle ombre cosmiche è emerso un nuovo pericolo: Thanos. Un despota dell’infamia intergalattica, il cui obiettivo è quello di raccogliere tutte le sei gemme dell’infinito, artefatti di potere inimmaginabile, ed usarli per infliggere la sua volontà contorta a tutta la realtà. Tutto ciò per cui gli Avengers hanno combattuto ha portato fino a questo momento – il destino della Terra e l’esistenza stessa non sono mai stati più incerti.

Per un neofita del cinecomics come me è molto difficile parlare di un film come Avengers: Infinity War. I titoli di casa Marvel hanno perso il loro appiglio nel mio personale interesse ormai da qualche tempo e, per lo più, ho sempre ritenuto questo genere di film altamente godibili, ma senza quasi mai sfociare in un qualcosa di cinematograficamente più avanzato.

Eppure sono andato a vedere il decimo film della MCU (Marvel Cinematic Universe) e oltre a qualche sbavatura nel compositing non posso che rimanere ammaliato e ammirato dal lavoro svolto nel corso di tanti anni da produttori, registi, attori, sceneggiatori, scenografi e chi ne ha più ne metta che hanno saputo trasmettere in questo tipo di cinema un amore profondo e sincero per l’universo dei supereroi. Un particolare ringraziamento va ovviamente a Kevin Feinge, presidente dei Marvel Studios, il quale decise nel lontano 2007 di creare il progetto della MCU, apportando quella continuità narrativa che ha spinto milioni di persone a tornare di volta in volta nelle sale cinematografiche.

Oltre agli incassi miliardari aggiunti al portafoglio di Walt Disney che, ricordiamo, ha acquisito la Marvel Entertainment Inc. nel 2009, il film dei fratelli Russo è certamente destinato a diventare la punta di diamante della casa di produzione più feconda degli ultimi dieci anni.  

Tutti gli eroi visti e conosciuti fino ad oggi sono stati riuniti per combattere l’antagonista finale, Thanos, il quale si rivela il vero protagonista di questa storia. Un personaggio scritto e realizzato perfettamente con dei risvolti di grande effetto che lo hanno reso uno dei personaggi Marvel più apprezzabili, in quanto in Thanos possiamo riconoscere, oltre che al super cattivo che può soggiogare l’intero gruppo degli Avengers, la dicotomia tra vita e morte. Di fatto Thanos deriva dal nome greco Thànatos che significa “morte” o “colui che governa la morte” ed è significativo, in questo senso, il fine che questo personaggio persegue: egli sta tentando di assumere pieni poteri nei confronti dell’intero universo nell’intento di distruggere gran parte della vita che lo abita, garantendo così una vita più ricca e soddisfacente alla parte restante.

Ritorna la tematica del sovraffolamento. In Downsizing (2017) di Alexander Payne avevamo visto come il rimpicciolimento molecolare potesse essere una soluzione, per quanto creativa (tale soluzione era stata leggermente menzionata anche in La bambola del diavolo (1936) di Tod Browning), ma qui la soluzione pensata da Thanos è spietata: annientare la metà della popolazione dell’universo. La distruzione della vita per la sua salvaguardia. Una contraddizione che non possiamo certo condividere, ma che possiamo comprendere ed proprio per questo che il personaggio di Thanos porta dietro di sé un’immensa aurea di interesse.

Thanos chiama questo atto semi-apocalittico “pietà”. L’atto di partecipazione alla sofferenza altrui, una sentimento di solidarietà più o meno attiva, ma però che prevede un certo distacco tra chi esercita la pietas e chi la subisce. Thanos è decisamente distaccato ed proprio questa caratteristica a garantirgli la massima efficienza nel perseguire il suo scopo.

Non vi è in lui un sadismo atto a voler distruggere la vita. Thanos è convinto di non avere altre alternative in merito a tale questione. Egli vuole essere imparziale, ovvero vuole eliminare equamente la vita tra le popolazioni e anche tra le classi sociali, ricchi e poveri. Ciò che lo compiace realmente è il potere che man mano acquisisce. Un potere che gli servirà per compiere il suo diabolico fine. Ordunque, quella pietà di cui parla Thanos rappresenta un dolore causato dalla vista di un male che colpisce chi non lo merita, anche se, alla fine, è egli stesso a perpetrare codesto male.

Fa pensare il fatto che lo stesso pianeta di provenienza di Thanos sia stato distrutto a causa del sovraffolamento del pianeta e della carenza di risorse, quindi vi è una ferita profonda in questo personaggio ed è logico dedurre che Thanos voglia evitare tali drammatiche sorti ad altri mondo attraverso un atto così estremo che lo porterà però a fare delle scelte molto dolorose.

Giungendo alla conclusione, in questo film di proporzioni bibliche i diversi segmenti della storia si incastrano perfettamente. Alcuni personaggi che ancora non si conoscevano si incontrano e collaborano per fermare il folle piano del super-cattivo. Un film corale composto da contesti molto semplici e con una storia lineare che ci fa venir voglia sia di andare a leggere i fumetti sia di andare a rivedere tutti i film standalone del MCU per capire le storie e per entrare nella psicologia dei personaggi. Personaggi che sono centrali per i fini della narrazione e legati tra loro. Persone che stanno insieme, vogliono stare insieme e forse non potranno più stare insieme.

Avengers: Infinity War non ha l’ardire di essere un capolavoro e, per quanto mi riguarda, non è un capolavoro con la C maiuscola, ma lo sarà certamente per i fans del franchising. Comunque sia, in questo immenso universo che è la Marvel, è sicuramente una gemma preziosa che lascerà penso un bella traccia di sé nella storia del cinema di intrattenimento.