CineMachine | Il signor Diavolo

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

REGIA: Pupi Avati ● CAST: Gabriel Lo Giudice, Filippo Franchini, Massimo Bonetti, Alessandro Haber, Gianni Cavina, Lino Capolicchio, Eva Antonia Grimaldi, Chiara Caselli, Enrico Salimbeni, Fabio Ferrari, Chiara Sani, Iskra Menarini, Cesare Cremonini, Andrea Roncato, Ludovica Pedetta, Ariel Serra, Luigi Monfredini, Lorenzo Salvatori, Alessandro Stucci, Claut Riccardo, Emilio Martire ● GENERE: horror, thriller ● DURATA: 86 minuti ● DATA DI USCITA: 22 agosto 2019 (Italia)

PARE CHE SI TRATTI DI UN MINORE CHE HA SOPPRESSO UN SUO COETANEO, CONVINTO DI UCCIDERE IL DIAVOLO. 

Storia: A Lio Piccolo, località della laguna veneta, è stato commesso un omicidio alquanto particolare. Un giovane ragazzo di nome Carlo (Filippo Franchini) ha ucciso un suo coetaneo, Emilio (Lorenzo Salvatori), giovane erede di una ricca e potente famiglia veneziana. Il movente sembrerebbe essere una vendetta data dalla morte prematura dell’amico di Carlo, Paolino (Claut Riccardo). Di fatto, sembrerebbe stato proprio uno scherzo fatto da Emilio a Paolino durante la prima comunione, compiendo così un atto sacrilego, a provocarne la morte improvvisa. Nel corso della storia, si andrà addirittura a scoprire che l’omicidio sarebbe stato istigato dalle dicerie che giravano sul conto di Emilio, il quale sembrerebbe aver ucciso la sorellina ancora in fasce, e dalle credenze religiose che vedevano in lui la presenza del demonio. Emilio, infatti, presentava svariate deformità, le quali nella credenza contadina sono interpretabili come segno del diavolo. Sarà compito del giovane funzionario del Ministero di Grazia e Giustizia, Furio Momenté (Gabriel Lo Giudice), indagare sui fatti e svelare così il mistero. 

Torna finalmente un genere che al cinema italiano ha dato molto, facendolo riecheggiare nel genere horror le proprie qualità visive e narrative, influenzando autori di spesso come TIm Burton, Joe Dante, Quentin Tarantino e molti altri ancora. 

Ritorna il cinema gotico italiano con quest’ultimo film tratto dal romanzo omonimo scritto dallo stesso regista. Sceneggiato insieme al figlio Tommaso e al fratello Antonio, Giuseppe Avati, detto Pupi, torna ad un cinema molto cupo, dove a dominare è il tema del buio, quel buio dove è insito il male più profondo e più antico. 

La bellezza di questo film è l’essere particolarmente legato alle storie contadine, quelle che si raccontavano ai bambini per fargli prendere lo spavento, in modo tale che non compissero più certe marachelle o non andassero in determinati luoghi. Quelle storie legate anche ad un determinato tipo di credenze o superstizioni che erano anche fagocitate dalla chiesa, in quanto era facile al tempo intravvedere in determinati comportamenti o nell’aspetto esteriore delle persone la presenza del maligno. 

Il signor Diavolo è un film incredibilmente piacevole, sia nell’estetica che nel modo intrascendibile che ha Avati di raccontare le proprie storie. Un film che in qualche modo ci fa tornare un po’ bambini, con le paure più insensate e recondite che possiamo avere. I personaggi sono descritti ed interpretati alla perfezione e il senso profondo di malessere e di mistero che li caratterizza è un qualcosa di veramente allucinante.  

Un film che ha dell’incredibile e che non mi voglio spingere troppo ad approfondire, perché la bellezza non si spiega, la si può solo vivere, soprattutto in un cinema come questo che era da tempo che ci mancava e che merita assolutamente di essere visto e rivisto. 

Prego chi leggerà questo articolo di precipitarsi in sala che intanto “Il Re Leone” sapete già come va a finire.