CineMachine | IT

REGIA: Andrés Muschietti
CAST: Jaeden Lieberher, Bill Skarsgård, Wyatt Oleff, Jeremy Ray, Sophia Lillis, Finn Wolfhard, Jack Dylan Grazer, Chosen Jacobs
GENERE: horror, fantastico, drammatico, avventura, commedia
DURATA: 135 minuti, 150 (director’s cut)
DATA DI USCITA: 19 ottobre 2017 (Italia)

IT del 2017 per la regia di Andrés Muschietti

Tratto da uno dei racconti più importanti scritti dal maestro del brivido Stephen King, IT di Andrés Muschietti sbarca finalmente nelle sale italiane, terrorizzandoci più o meno tutti con il suo mostruoso ghigno clownesco, le sue terrificanti trasformazioni e soprattutto con la sua immancabile fame di carne, che in questo nuovissimo spettacolo audio-visivo, il pubblico potrà esperire molto più di quanto non avesse fatto in precedenza la mini-serie del 1990 diretta da Tommy Lee Wallace. Il tutto condito con una buona dose di paura ed orrore che rendono IT un film godibile, soprattutto da parte di un pubblico adolescente, in quanto sono proprio loro i veri protagonisti di questo film.

Storia: Siamo tornati a Derry. La città è afflitta da un serie di misteriose scomparse, per lo più di bambini e ragazzi. I fatti ci portano a conoscenza di una creatura mostruosa, Pennywise il clown ballerino, che sembra essere la causa di tali sparizioni. Un gruppo di ragazzini, venendo a conoscenza dei macabri eventi, tenterà con tutte le sue forze di uccidere l’orribile mostro e di riportare così un minimo di quiete e di pace nelle loro vite ed a Derry.

Raccontata così, nei minimi termini, la storia parrebbe non essere poi così interessante. Ma penso che non ci sia bisogno di approfondirne i dettagli, in quanto credo che oramai la storia di IT sia entrata a pieno nella cultura di massa e che tutti noi, in qualche modo, l’abbiamo assimilata implicitamente e/o esplicitamente.

Di fatto la figura di IT il clown assassino si affianca perfettamente a quelle di altri mostri moderni, come Freddy Kruger, Michael Myers, Jason Voorhees, Pinhead e molti altri meno noti. La mini-serie televisiva di Tommy Lee Wallace aveva creato un cult-movie, grazie e soprattutto all’interpretazione straordinaria di Tim Curry, il primo e terribile Pennywise, che da sola vale tutta la durata di quella discutibilissima fiction televisiva che avrà avuto il pregio di trasporre per la televisione e nell’immaginario collettivo un’opera monumentale come IT di King, ma ha subito, in tempi più o meno recenti, anche accesissime critiche in quanto non ha avuto, a detta di molti, la gloria di conservare tutto il suo background orrorifico.

Insomma, da una parte un contenuto per la televisione caratterizzato da una violenza visiva più assopita e brevettata anche per un pubblico più giovane, dall’altra parte IT di Andrés Muschietti. Premetto subito che tentare paragoni tra queste due trasposizioni sarebbe troppo insensato, in quanto i tempi sono troppo diversi, come anche i mezzi “traspositivi”, se così li possiamo chiamare.

IT di Andrés Muschietti è un film che si è venduto molto bene, chiacchierato dai diversi media come “il film più spaventoso dell’anno” e che ha attirato nella sale la stra-grande maggioranza del pubblico italiano. Alla fine il film se ne esce con qualche buona rivisitazione della vecchia mini-serie e con qualche bella trovata sparsa qua e là, ma senza colpire a fondo. La computer grafica indossata dal clown è spesso troppo evidente ed invadente e soprattutto questo Pennywise evade totalmente da quella forma trascendentale di orrore che aveva il Pennywise interpretato da Tim Curry, il quale, ricordiamo, era un semplicissimo pagliaccio, ma era il contesto in cui veniva inserito e le sue movenze a renderlo davvero così inquietante.

Inoltre i jumpscare che il regista ha inserito in alcune scene sono veramente troppo telefonati e la suspence presente è totalmente azzerata dall’evidenza di quello che sta per capitare all’interno della narrazione. Certo il film ha osato per quanto riguarda la violenza, con qualche puntina di splatter che non guasta ai fini di creare un atmosfera horror più matura, ma questo non denota certamente un capolavoro.

Passando alle note più dolci di questo titolo: le interpretazione dei giovanissimi attori è stata veramente strepitosa, soprattutto per quanto riguarda quella di Sophia Lillis (Beverly Marsh) e quella di Jeremy Ray Taylort (Ben Hanscom). Anche Bill Skarsgård è riuscito, bene o male, a dare un identità al suo Pennywise, però riversa la sua performance su una caratterizzazione fin troppo accomodante, la quale vuole incutere paura più sull’ambito visivo che non sull’ambito interpretativo. Per quanto riguarda le tematiche, queste sono certamente ben sviluppate. Il valore dell’amicizia, l’indifferenza dell’adulto verso le fragilità dei ragazzi, sono riportare grazie ad una messa in scena chiara ed episodica che riesce così a distanziare i diversi momenti della storia e raggrupparli in unico film.

Per il resto il film intrattiene, non annoia, se non per brevi momenti e poi, ovviamente, dipende da quanto horror siete abituarti a digerire. Gli amanti del genere penso snobberanno questo nuovo IT per una serie di ragioni, mentre quelli di voi che si avvicinano raramente al genere potranno gustare una pellicola, tutto sommato, abbastanza equilibrata (forse troppo) ed a tratti persino comica. Per me rimane una commercializzata come un’altra che sfrutta vecchi successi per riportare la gente al cinema. Tutto ciò che ho descritto, mi riservo di confermarlo, in quanto questo IT è solo il primo capitolo di una storia che forse, nella seconda parte, ci riserverà delle belle sorprese. Speriamo.