Cuore e Psiche – Ansia e paura

Quando si vuole studiare il benessere di una persona è importante tenere in considerazione tutti gli elementi che agiscono negativamente sul suo sviluppo e sulla sua realizzazione. Questo significa che, una volta conosciuti gli aspetti che peggiorano una condizione, ci si può soffermare sulle risorse e qualità grazie a cui poter fronteggiare gli eventi difficili.

Tra le manifestazioni emotive che limitano la persona vi sono senza alcun dubbio quelle legate all’ansia. Una volta riconosciuta è possibile realizzare un intervento per la salvaguardia della persona, anche se è un percorso lungo che richiede una conoscenza approfondita di quale sia il volto dell’ansia. Innanzitutto, si deve capire che si tratta di una manifestazione che influisce in malo modo sulla vita socio-emotiva della persona. Come una sorta di ostacolo in grado di rallentare ogni prestazione. Inoltre, si può riscontrare per periodi a breve o lungo termine.

Un altro aspetto di cui si deve essere consapevoli è che l’ansia va nettamente distinta da altri stati come la paura. Questi due termini assumono accezioni ed evidenze psicofisiche diverse. Infatti, la paura si riferisce a uno stato di allerta provato dall’individuo in situazioni che potrebbero risultare un pericolo per la sua vita. Si verifica quando si avverte una perdita di controllo nel corso dell’attività che si sta svolgendo. I danni che tale situazione potrebbe provocare infatti vengono limitati dai vissuti di paura, grazie a cui si mettono in atto una serie di tutele difensive. La paura genera palpitazioni, cefalee e una frequenza respiratoria alterata; tutti segnali di protezione con cui il corpo cerca di inibire la messa in atto di attività a rischio. È infatti grazie alla paura che i bambini, i giovani ragazzi e gli adulti non si cimentano in attività che potrebbero mettere in repentaglio la loro vita. La paura spinge un bambino a non saltare da altezze eccessive allo stesso modo in cui evita che gli adulti guidino a velocità che potrebbero provocare incidenti. Non provare paura o timore può essere esso stesso un sintomo di compromissione mentale, ben più grave alle volte delle conseguenze che porta l’ansia. Cosa farebbero le persone senza la ‘vocina interiore’ che le indirizza verso attività a difesa della loro vita? Come potrebbero vivere senza la consapevolezza di ciò che fa male? Non ci sarebbe amor proprio, non ci sarebbe l’autostima e, ancor peggio, non ci sarebbe vita.

Tuttavia, quando questi stati interni di apprensione diventano troppo forti, la paura lascia il posto a manifestazioni nocive che inibiscono la pienezza della vita. Queste si riferiscono invece all’ansia, la quale rappresenta un limite piuttosto che un supporto costruttivo per la persona. L’ansia, come scritto in precedenza, denota uno stato disfunzionale con conseguenze fisiche disturbanti quali palpitazioni, tremori, nausea e dolori al petto. Questi sintomi manifestano lo stato di apprensione che si prova nell’anticipazione di un certo problema. Ogni difficoltà sembra divenire insuperabile, e il pensiero negativo diviene un chiodo fisso che la persona non riesce ad accantonare. L’esistenza umana contiene istanti meravigliosi e semplici che, in alcuni casi, si oscurano e lasciano spazio a credenze negative che sembrano non permetterci di essere felici. L’ansia diminuisce la spensieratezza del quotidiano ed evidenza l’impossibilità di vivere appieno. Una volta entrati in un circuito simile è difficile vivere gli impegni, le scadenze e i propri doveri con la tranquillità di chi sa di poter sbagliare senza generare catastrofi.

L’ansia e la paura sono due vissuti emotivi che hanno origine all’interno dell’amigdala nel sistema limbico del nostro cervello. L’amigdala, insieme ad altre sedi cerebrali, fa parte della struttura chiamata “il circuito della paura”. È al suo interno che nascono le manifestazioni sane che attivano la persona mentre è in uno stato di emergenza (i timori). Allo stesso modo, influisce sulla messa in atto di manifestazioni psico-emotive eccessive ed alterate (le paure).

Gli episodi di ansia possono provocare disturbi clinici indicati dal DSM 5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) quali il disturbo d’ansia da separazione, l’agorafobia o il disturbo d’ansia generalizzata.

Tutte queste ripercussioni psicofisiche mettono in evidenza una vita non realizzata a pieno. L’esistenza infatti diviene reduce di pensieri che superano l’effettiva difficoltà della situazione, e che proprio per questo andrebbero ridimensionati. Ogni giorno viviamo in un mondo che noi aiutiamo a colorare, ma che mai conosciamo del tutto . Sta a noi decidere quando cimentarci in ciò che desideriamo e quando darci la possibilità di sbagliare, uscendo magari con i colori fuori dai bordi.