Tre veglie di preghiera per don Giuseppe, salito al cielo dopo la malattia. Aveva 56 anni

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Don Giuseppe in una bella foto di alcuni fa, prima dell'incontro con la malattia che lo ha strappato ai cari e ai fedeli

Aveva lasciato delle orme da seguire, e un esempio genuino da imitare don Giuseppe Mattiello, chiamato in cielo a soli 56 anni di età. Di questi, 31 vissuti da sacerdote in più parrocchie della provincia di Vicenza, fino a quando la malattia che lo aveva già debilitato lo ha costretto, circa due mesi fa, a ritirarsi dal servizio. L’ultimo in ordine di tempo svolto a Grumolo delle Abbadesse, sul limitare della provincia vicentina dove, nella frazione di Sarmego, si celebrerà giovedì il solenne funerale.

La notizia della sua morte prematura, avvenuta sabato a Marola di Torri di Quartesolo in casa della sorella che lo ha amorevolmente assistito, ha lasciato una coltre di dolore non solo nella sua famiglia di origine, con i genitori a piangere un figlio speciale anche per le sue scelte di vita ispirate dalla vocazione. Ma, in aggiunta, in quelle composte dalle comunità di fedeli che aveva saputo accompagnare, condurre e consigliare sia sul piano spirituale che nella concretezza del vivere quotidiano.

Facendosi apprezzare, come dimostrano messaggi di cordoglio colmi di affetto e le iniziative per accompagnare lui, stavolta, nell’ultimo viaggio terreno. “La vocazione è dono e mistero, che di anno in anno cresce e si sviluppa per vie inaspettate e sconosciute“, così scriveva qualche tempo fa. Don Giuseppe aveva incontrato sul cammino la prova della malattia, affrontata a testa alta e con il conforto della fede e della sua “casa” di Grumolo, Sarmego e Vancimuglio, le comunità che guidava nel ministero dal 2014, con il coraggio di raccontarla oltre che di viverla in prima persona. E che dopodomani idealmente saluteranno il loro parroco sempre attento e presente, che sapeva rimboccarsi le maniche sul piano pratico oltre che su quello spirituale che impone il mandato sacerdotale. Sulla sua pagina, fino a fine novembre, parlava del suo calvario nel fisico con lucidità e speranza ferme e genuine, in modo da informare delle sue condizioni di salute quanti lo ricordavano nelle preghiere. In tanti da 10 giorni a questa parte, attendevano un cenno, purtroppo mai arrivato. 

Uomo di profonda cultura, appassionato di musica e dei libri, raccontava e consigliava le opere più gradite dopo l’ascolto o la lettura. Ad apprezzarlo, nei primi 10 anni di esperienza come collaboratore o vicario parrocchiale, erano stati per primi i fedeli di Malo, di Lonigo e infine di Cornedo Vicentino. A 35 anni giunse la prima “investitura” a parroco, spostandosi nell’area bassanese a Stroppari di Tezze sul Brenta, per 7 anni. Poi fino al 2014 il servizio nell’Unità pastorale berica a Bosco di Nanto, Castegnero, Nanto e Villaganzerla. Migliaia le persone che hanno incrociato il cammino di don Giuseppe, quindi, il cui ricordo rimarrà nel cuore e nelle intime preghiere di chi vorrà rendergli omaggio, e riservare un pensiero di conforto ai genitori e alla sorella, colpiti dal lutto.

Anche la Diocesi di Vicenza, nell’annunciare la triste notizia del trapasso di un discepolo, ha riservato un sentito ricordo del prete vicentino, nativo del capoluogo berico e che riposerà, dopo la cerimonia funebre in programma giovedì alle 15, nel camposanto cittadino di Marola. Le esequie saranno precedute alle 14.30 da un momento di raccoglimento e di testimonianza, sempre nella chiesa della frazione Sarmego. Tre le veglie di preghiera in programma invece domani sera: alle ore 19.30 nelle chiese parrocchiali di Grumolo e di Stroppari e alle 20 in quella di Villaganzerla.