Il sindaco annulla la Fiera paesana e spuntano le minacce: “Lapidiamolo in piazza”

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Offese assortite, insulti e perfino minacce dai “soliti” haters seriali che (anche) nel periodo di Carnevale si travestono da leoni, rigorosamente da tastiera. Capaci di ruggire davanti a un display e di graffiare con gli artigli ferini tasti e schermi di pc o smartphone al sol fine di vomitare odio per poi toccare il fondo, con l’invito a commettere reati di natura penale: dalle generiche “botte” fino addirittura all’incitamento a mettere “al palo” e lapidare in piazza un essere umano, magari pure concittadino e/o vicino di casa.

Vittima delle farneticanti intimidazioni pubblicate nelle scorse ore in un gruppo Facebook è stavolta un sindaco vicentino, Edoardo Tommasetto, giovane ma energico primo cittadino di Pozzoleone, paese di nemmeno 3 mila anime. Un comune, va da sè, dove praticamente tutti conoscono tutti, con buona parte di esse abituati a riunirsi e festeggiare la Fiera di San Valentino a metà febbraio, tra luna park, giostre per ragazzi e bancarelle. Almeno così era – e tornerà ad essere in futuro è l’augurio di tutti – in tempi pre-pandemici.

A più di qualcuno non è andata giù la decisione presa dall’amministrazione comunale di non consentire lo svolgersi della tradizionale sagra paesana. Scelta dettata dalla cautela sul fronte sanitario, per di più presa settimane di mettere in moto la fase organizzativa finale in giorni in cui la proliferazione incontrollata e imprevedibile dei contagi in Veneto ha fatto correre ai ripari, sul tema degli eventi pubblici ad alta affluenza, di certo non solo il sindaco di Pozzoleone. Per tanti, invece, è stata una decisione ispirata al buon senso e accettata di buon grado, pur con nostalgia e tra i sospiri. Argomentazioni pro e contro insomma sono state espresse più o meno civilmente, in una discussione su un gruppo dedicato a eventi di folklore veneto, fino a quando l’ira patologica di qualche “mosca” – gente che magari non ha mai messo piede alla Fiera ma che ha voluto comunque dire la sua – si è riversata senza scrupoli, scaricando strali e insulti irripetibili verso il malcapitato Tommasetto.

Il quale, una volta informato e probabilmente dopo aver strabuzzato gli occhi di fronte a certe frasi lette – le riporta lui stesso in un post su Facebook di libera consultazione -, non è arretrato di un passo e ha lasciato intendere di portare la questione in tribunale, pronto alla denuncia diretta a tutti coloro che avrebbero passato il segno abusando non solo dello “sfogatoio” virtuale spesso cestino di rabbiose frustrazioni, ma anche delle leggi italiane. Dalle minacce personali all‘istigazione a delinquere, passando per i danni all’immagine e alla reputazione e chissà quali altri. Mentre qualche avvocato forse si “frega già le mani” per le querele multiple da presentare nelle sedi dedicate, c’è qualcuno che si dovrà pentire amaramente e pubblicamente per tentare di evitare di “girare” il proprio stipendio ad altri,  dopo un appuntamento a un giudice del Tribunale di Vicenza nei prossimi mesi.

“Qualcuno desidera lapidarmi in piazza – ha scritto il sindaco pozzoleonese -, per aver annullato la Fiera. È la prima volta che mi capita di dover subire minacce ed insulti di questo tipo, che hanno chiaramente superato il valico dell’accettabile”. Una decisione che assicura essere stata ragionata e condivisa, e che riprenderebbe senza subbio anche dopo essere diventato oggetto di scherno, offerse e minacce. “Sono convinto della scelta fatta calata nel periodo che stiamo vivendo. Riprenderei la stessa decisione nonostante gli insulti e le minacce, a tutela di Pozzoleone e dei pozzoleonesi! Sono altresì fiducioso rispetto al futuro, augurandomi l’anno prossimo di poter organizzare una fiera spettacolare e con la massima condivisione di tutti i nostri fantastici volontari impegnati nella gestione ed organizzazione della stessa”.

A decine i messaggi di solidarietà contro la violenza verbale subita si leggono da ieri sul profilo del sindaco, tantissimi dai colleghi sindaci vicentini di ogni ispirazione politica e anche da consiglieri della Regione Veneto Roberto Ciambetti e Giacomo Possamai, e dal deputato vicentino Erik Pretto.