18 Regali: un viaggio nella storia vera di Elisa Girotto 

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REGIA: Francesco Amato ● CAST: Benedetta Porcaroli, Vittoria Puccini, Edoardo Leo, Sara Lazzaro, Marco Messeri, Betti Pedrazzi, Alessandro Giallocosta ● GENERE: drammatico ● DURATA: 115 minuti ● DATA DI USCITA: 2 gennaio 2020 (Italia)

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18 Regali del 2020 per la regia di Francesco Amato.

È sempre difficile per un regista parlare di tematiche forti come la malattia e la perdita, soprattutto quando queste tematiche hanno un riscontro effettivo con la realtà. Immaginatevi quanto lo debba essere per me in questo momento che sto nevroticamente cercando le parole per descrive 18 Regali di Francesco Amato.

Un film che è stato sicuramente molto sentito dal bel cast di attori che hanno dato una piacevole prova, interpretando dei personaggi che stanno tra lo schermo e il mondo reale e sentito dal regista che è riuscito a confezionare con una buona regia, anche con dei bei piani sequenza, un pacchetto di emozioni che hanno fatto commuovere il pubblico in sala.

Eppure 18 Regali personalmente non mi ha convinto del tutto e sarà forse per la mia idea di cinema, che con tutta la potenza di cui il mezzo dispone, ha il dovere e il diritto alle volte di esprimere appieno cose molto umane come il dolore, la sofferenza e la perdita di una persona cara.

Questa pellicola, distribuita da Lucky Red nei cinema italiani, non ha appunto la potenza che mi aspettavo e rimane abbastanza morbida su questo tipo di tematiche, utilizzando uno stratagemma paranormale che porterà una crescita esponenziale del pathos soprattutto nel finale, dove vedremo la nostra protagonista realizzare e mettere a fuoco un amore di cui pensava di essere stata privata, ma che in realtà era stato soffocato per anni dal suo egoismo.

Il regista perde un po’ di vista i nessi logici all’interno della storia e soprattutto il senso di spaesamento che la situazione dovrebbe provocare nella protagonista.

Ma il punto nevralgico della storia è proprio questa sequela di emozioni che vengono suscitate nello spettatore e credo sia stato desiderio del regista che quel tipo di emozioni risaltassero. Eppure sembra che Amato non centri bene il bersaglio, in quanto l’emozione più vera che può nascere al cinema e nel cinema non è quella calcolata dalla sceneggiatura o nell’inquadratura, ma è quella che nasce da un insieme di eventi e di condizioni tra le righe di una storia e di un film. Semplificando, quando un film viene girato palesemente per strappare una lacrima al pubblico è da ritenersi volgare, quanto meno negli intenti, mentre quando un film si cimenta a trattare ed approfondire determinate tematiche ed è il vissuto dello spettatore a commuoverlo, perché riesce a rispecchiarsi pienamente e totalmente negli eventi e nei personaggi, allora è lì che nasce il grande cinema.

18 Regali di Francesco Amato, secondo la mia opinione, sta un po’ nel mezzo, vertendo però più verso la riflessione, in quanto il regista non cerca di impietosire lo spettatore, ma anzi compone una storia, che di base è quella di Elisa Girotti raccontata dal marito Alessio Vincenzotto, che ha anche collaborato alla sceneggiatura, in modo che essa scorra e ci riveli, passo passo, i timori, le angosce e i desideri di Alessio, di Anna e soprattutto di Elisa. E in certo qual modo scompaiano, perché non è solo Elisa ad essere “malata” diciamo, ma anche Alessio ed Anna sono in qualche modo in uno stato patologico che verrà alla fine guarito dalla forza e dall’amore proprio di Elisa.