Monsieur Verdoux di Charlie Chaplin: una elegante tragicommedia figlia del suo tempo

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REGIA: Charlie Chaplin ● CAST: Charlie Chaplin, Mady Correll, Allison Roddan, Robert Lewis, Audrey Betz, Martha Raye, Ada May, Isobel Elsom, Marjorie Bennett, Helene Heigh, Margaret Hoffman, Marilyn Nash, Irving Bacon, Edwin Mills, Virginia Brissac, Almira Sessions, Eula Morgan, Bernard Nedell, Charles Evans, William Frawley, Arthur Hohl, Barbara Slater, Fritz Leiber, Vera Marshe, John Harmon, Richard Abbott, Warren Ashe, Gertrude Astor, Wilbur Mack, Barry Norton, Edna Purviance, Herbert Evans, Ralph Brooks, Wheaton Chambers, James Craven, Joseph Crehan, Bert Stevens, Albert D’Arno, George Dee, Carlo Schipa, Ralph Montgomery, Cyril Delevanti, Wheeler Dryden, Elspeth Dudgeon, Ella Ethridge, Franklyn Farnum, Joseph Granby, Boyd Irwin, Pierre Watkin, Colin Kenny, Bert LeBaron, Ruth Lee, Carl M. Leviness, Therese Lyon, Lester Matthews, Harold Miller, Paul Newlan, Albert Petit, Frank Reicher, Addison Richards, Charles Wagenheim, Suzanne Ridgeway, Jeffrey Sayre, William Self, C. Montague Shaw, Nanette Vallon, Herb Vigran ● GENERE: commedia, drammatico, thriller ● DURATA: 124 minuti ● DATA DI USCITA: 26 Febbraio 1948 (Italia)

“SIETE POCO ESPERTO DI DONNE … ” ● “POTREI STUPIRVI!”

Monsieur Verdoux del 1947 per la regia di Charlie Chaplin.

Golden Globe e Premi Oscar. Oggi vorrei parlare di un genio che di Oscar ne ha vinti tre, di cui due a fine carriera, dopo essere stato richiamato nel paese che per un lungo periodo di tempo lo aveva screditato ed allontanato.

Il primo Oscar onorario, Chaplin se lo aggiudicò per Il circo (1928), opera di cui il regista accenna appena nella sua autobiografia, e praticamente il premio fu ideato appositamente per premiare “la versatilità ed il genio nella recitazione, sceneggiatura, regia e produzione” che Charlie dimostrò. Da lì quel premio ebbe la valenza che tutt’oggi conosciamo.

Sir. Charles Spencer Chaplin, detto “Charlie”, tornò negli Stati Uniti per la notte degli Oscar nel 1972, dopo un ventennio di assenza, per ricevere l’Oscar alla carriera e, l’anno successivo, l’Oscar alla migliore colonna sonora per Luci della ribalta (1952), altro capolavoro del regista. Quella notte tutti si alzarono in piedi per applaudire non solo l’artista, ma anche l’uomo che si nascondeva dietro le fattezze di quel buffo personaggio chiamato Charlot, ma che molti conoscono semplicemente per intero come Charlie Chaplin.

Sarà sicuramente quest’ultimo ma non insignificante dettaglio a far capire a te, caro lettore, che Charlie è valso più del suo personaggio. Di fatto nella pellicola che oggi ti volevo proporre, Charlie abbandona le vesti del vagabondo per immedesimarsi nei panni di Monsieur Verdoux, un uomo dai modi gentili e raffinati che però nasconde un grande e terribile segreto.

Nell’anonimato più assoluto, Monsieur Verdoux, vive diverse esperienze coniugali con diverse donne che egli attrae a sé e le convince a convenire a nozze. Fatto ciò egli le uccide e ne ruba tutti i denari ed averi. Proseguendo nella trama, lo spettatore scoprirà che il fine di tali ignobili azioni è che Verdoux ha una vera famiglia, con una graziosa moglie invalida e un dolce figlioletto ed egli, non trovando altra occupazione in tempo di crisi, si cimenta in tali nefande operazioni per mantenere loro e la casa in cui vivono. Una notte però gli capiterà un fatto che lo scuoterà dal di dentro. Egli accoglierà nella suo, diciamo, nascondiglio, una giovane donna che rivelerà essere stata appena scagionata di prigione per un reato minore. Inoltre alla donna, nei mesi di prigionia, è morto il marito, reduce di guerra. Nel mentre che la donna racconta tali tragici eventi, su questione di cosa sia la vita e l’amore, Monsieur Verdoux è intento a testare l’efficacia di un veleno da lui acquistato, ma sentendo la vita disgraziata della giovane e bella fanciulla, decide di non procedere e la lascia andare dandole qualche denaro per rimettersi in sesto. Da lì gli eventi muteranno non proprio favorevolmente per il nostro protagonista.

Il sottofondo della grande depressione è un tema che permane le innumerevoli opere di Chaplin e spesso questo aspetto è strumentalizzato per raccontare delle storie sì divertenti, ma che hanno al loro interno una morale ed una visione del mondo alquanto pungente e soffisticata.

Con Monsieur Verdoux che forse è uno dei titoli meno conosciuti ed apprezzati del regista inglese, Chaplin analizza nuovamente la condizione umana creando una forte contrapposizione tra un uomo molto sensibile, di spiccata intelligenza che sa mostrarsi anche generoso, ma che per vivere commette degli omicidi. Verdoux non mostra però sadismo o compiacimento nel commettere tali azioni, se non in minima parte dato che le donne da lui sposate sono veramente orribili e per lo più insopportabili. Verdoux vive in tale modo perché non gli è concesso fare altrimenti. Egli stesso afferma che l’intelligenza non gli manca e questo è un fatto assodato, ma molto semplicemente nessuno la vuole impiegare ed è forse già questa un’intuizione di come la crisi abbia portato molti uomini, anche di un certo livello umano e sociale, a trasformarsi in dei veri e propri criminali.

Inoltre la morale conclusiva del protagonista è un forte attacco ai massacri e alle violenze commesse in Europa e in molte altre zone del mondo durante la guerra. Egli è solo un dilettante in confronto ai sistema di distruzione di massa ed agli omicidi perpetrati a danno di milioni di innocenti, anche in modo più “scientifico” e qui il riferimento ai campi di concentramento nazisti è palese.

Ma ciò che colpisce di più dell’opera è la grande sensibilità con cui Chaplin parla della vita e dell’amore. Attraverso un personaggio talmente disincantato come Verdoux, il regista ci fa intuire come la vita possa essere piena di felicità ed umanità. Basterebbe mostrare un po’ più di gentilezza e cordialità verso le persone che ci stanno attorno, ad esser pronti a sacrificarci per le persone che amiamo ed a coltivare dentro di noi dei sentimenti buoni e sinceri, senza scadere nell’odio, nella cupidigia e nella violenza.

La violenza chiama altra violenza e ogni singola opera di Chaplin ne è una chiara testimonianza. Il vagabondo paga quasi sempre le proprie marachelle e lo stesso Monsieur Verdoux non scamperà al proprio destino.

Un film stupendo che ricordo con piacere e che mi ha intrattenuto dal primo all’ultimo istante, dove il linguaggio dei personaggi culla ed accompagna dolcemente lo spettatore e dove la storia ci mostra una profonda e squisita sensibilità e uno spiccato senso dello humor.

Nel film si ride e si scherza, ma alla fine ci lascia anche l’amaro in bocca e in parte ci si sente in colpa, perché sotto sotto anche noi siamo un po’ come Monsieur Verdoux: dentro di noi coltiviamo i migliori propositi, ma quando il fato ci è avverso non facciamo altro che chiuderci in noi stessi e nei nostri egoismi, senza tener conto che il miglior modo che abbiamo per uscirne è dimostrare gentilezza e coltivare per noi e per l’umanità che ci circonda un sentimento grandiosamente splendido come l’amore.