Addio a James Watson: vinse il Nobel e svelò la struttura del DNA

Nel 1953, quando aveva appena 24 anni, James Watson e Francis Crick identificarono la forma del DNA come una lunga scala attorcigliata, composta da due filamenti complementari. Quella scoperta, fondata anche sul lavoro di Rosalind Franklin, mostrò come le informazioni genetiche vengano immagazzinate e copiate all’interno delle cellule. La doppia elica divenne presto un simbolo universale della scienza, riprodotta in opere d’arte, francobolli e rappresentazioni popolari.
La pubblicazione su Nature segnò una svolta epocale: si tratta di un modello, che avrebbe rivoluzionato per sempre la biologia e la medicina, aprendo la strada alla comprensione dei meccanismi di trasmissione ereditaria, alla genetica moderna e alla nascita di interi settori della ricerca biotecnologica.
Dopo la scoperta del DNA, Watson proseguì la sua carriera in ambito accademico e di ricerca, assumendo ruoli di primo piano al Cold Spring Harbor Laboratory. Negli anni 90 fu tra i promotori del progetto di mappatura del genoma umano, una delle più ambiziose imprese scientifiche del secolo. Sotto la sua guida, il laboratorio divenne un punto di riferimento mondiale per la biologia molecolare.
Di Watson ricordiamo anche il suo libro “The Double Helix”, pubblicato nel 1968, e in cui raccontò dall’interno le dinamiche della scoperta del DNA. Il testo divenne un classico della letteratura scientifica, apprezzato per il tono diretto e il linguaggio accessibile.
Negli ultimi decenni, la figura di James Watson è stata oscurata da dichiarazioni pubbliche considerate razziste e sessiste. Nel 2007, un’intervista al “Sunday Times” in cui sosteneva differenze di intelligenza tra gruppi etnici provocò un’ondata di indignazione internazionale. Watson fu sospeso dal suo incarico di rettore del Cold Spring Harbor Laboratory e, poco dopo, si ritirò dalla vita accademica. Nel 2019, durante un documentario televisivo, ribadì quelle posizioni, spingendo il laboratorio a revocargli tutti i titoli onorifici.