Aggressione allo scrittore Rushdie, rischia di perdere un occhio. Arrestato un 24enne

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Rischia di perdere un occhio lo scrittore Salman Rushdie. E poteva andare peggio se l’assalitore, un 24enne del New Jersey, avesse mirato in punti vitali. Erano le 11 del mattino del 12 agosto quando Rushdie, noto per aver già vinto il Booker Prize ma soprattutto per essere finito nel mirino degli integralisti islamici a “causa” dei suoi scritti, stava per parlare nella sala della Chautauqua Institution, a sud di New York. Il pubblico era in attesa, così come lo stesso Rushdie e forse anche Hadi Matar, l’aggressore. Ognuno rivolto nella sua attenzione: chi per dialogare, chi per ascoltare. Qualcun altro per tentare di uccidere. Rushdie, 75 anni, è stato ferito gravemente poco prima di parlare.

Dopo essere stato colpito si è subito accasciato, coperto di sangue. Un colpo al collo sicuramente, poi  all’addome. Ma a farne le spese maggiori sembra essere stato un occhio. Rushdie è sempre rimasto vigile, raccontano dal New York Times. E decisivo per mantenerlo in vita deve essere stato l’intervento immediato dell’endocrinologa Rita Landman, che era tra il pubblico. Poi la corsa in ospedale, l’operazione: gravi danni anche al fegato e a un braccio si sarebbe scoperto dopo. Intanto Matar, il 24enne del New Jersey, aveva provato a fuggire ma è stato fermato da alcuni uomini, gettato a terra, poi arrestato.

Una sequenza agghiacciante che avrebbe potuto avere un finale tragico. Le condizioni di Rushdie comunque non sono delle migliori, ma non sarebbe in pericolo di vita. I problemi per lui non sono iniziati ieri ma nel 1988, quando il libro “Versetti satanici” venne bandito in Iran poiché molti musulmani lo considerarono blasfemo. Lo scrittore ricevette minacce di morte e sulla sua testa l’allora leader iraniano, l’ayatollah Ruhollah Khomeini, mise una taglia da 3 milioni di dollari. Da tempo il governo iraniano ha messo un muro tra Rushdie e il decreto Khomeini. Ma il sentimento anti-Rushdie è rimasto. E l’aggressione di ieri ne è una testimonianza.