È morto Alexey Navalny. Era il principale oppositore del presidente Putin

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Alexey Navalny, il dissidente russo e principale oppositore del presidente Vladimir Putin, è morto in carcere. La notizia ha fatto presto il giro del mondo e il decesso – secondo quanto riferito dalla Tv russa – sarebbe avvenuto per un’embolia. A riferire della morte di Navalny è stato invece il dipartimento regionale del Servizio penitenziario federale russo, secondo cui l’oppositore ha avuto un malore dopo una passeggiata, ma nonostante siano state eseguite “tutte le misure di rianimazione necessarie”, queste “non hanno dato risultati positivi”. Navalny era in carcere dal gennaio 2021 e doveva scontare una pena di 19 anni.

Solo due giorni fa l’oppositore russo aveva scritto un messaggio, quello che poi risulta l’ultimo della sua vita. “Il carcere di Yamal ha deciso di battere il record di Vladimir allo scopo di adulare e compiacere le autorità di Mosca. Mi hanno appena dato 15 giorni in una cella di punizione. Questa è la quarta cella di punizione in meno di 2 mesi che sono con loro” aveva scritto su X. Le sue condizioni di salute, invece, sembravano buone, come confermato tre giorni fa in videoconferenza dal braccio destro di Navalny, Leonid Volkov.

Intanto il Comitato investigativo russo della regione artica di Yamalo-Nenets, dove era detenuto Navalny, ha annunciato di avere aperto un’inchiesta sulla morte dell’oppositore. “Secondo la procedura stabilita dalla legge, vengono eseguite una serie di misure investigative e operative volte a stabilire tutte le circostanze dell’incidente”, si legge in una nota. Non sono tardate ad arrivare anche le reazioni internazionali. “Qualunque sia il vostro pensiero su Alexei Navalny come politico, è stato appena brutalmente assassinato dal Cremlino”, ha scritto su X il presidente della Lettonia Edgars Rinkevics. “Governo sarà sempre a fianco di chi lotta per democrazia e libertà” ha commentato invece il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.