Egitto, ennesima farsa per Patrick Zaki: per lui altri 45 giorni in carcere

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Tra 5 cinque giorni sarà giusto un anno che Patrick Zaki è rinchiuso ingiustamente in cella in Egitto. Per lo studente dell’università di Bologna, è stato deciso un “rinnovo della detenzione preventiva di 45 giorni per diffusione di notizie false”: lo ha detto il suo legale Hoda Nasrallah, confermando le notizie circolate lunedì. “La Procura generale ha confermato la propria volontà di applicare le disposizioni di legge che l’autorizzano a tenere l’accusato in custodia cautelare”. Questo in quanto “i motivi della sua incarcerazione permangono” e “le indagini proseguono”.

Sulla pagina Facebook Patrick Libero si legge: “Patrick è detenuto senza accuse chiare e attraverso procedure non valide; i continui rinnovi sono diventati la nuova normalità nella vita di Patrick e della sua famiglia. Siamo molto preoccupate e preoccupati per la situazione attuale, soprattutto dopo che le udienze di Patrick sono diventate routine e sembrano una farsa. La corte non prende sul serio la difesa di Patrick e il suo team legale. Infatti, il team di Patrick ieri ha chiesto esplicitamente durante l’udienza le ragioni della sua detenzione preventiva e perché non gli sia permesso di attendere il verdetto fuori dal carcere.

Come al solito, non hanno ricevuto una risposta dalla corte o dall’accusa. È scandaloso che ieri la notizia del rinnovo della detenzione sia stata pubblicata sui giornali egiziani, prima che il team legale di Patrick fosse ufficialmente informato dalla procura. Infatti, quando oggi l’avvocata di Patrick si è recata all’ufficio della procura, ha ricevuto la conferma che la notizia era corretta. Questo illustra l’assurdità del caso di Patrick. A volte la sua detenzione viene rinnovata di 15 giorni e altre volte di 45 giorni, senza una chiara spiegazione legale. Tutto quello che vediamo sono sedute preparate solo per legittimare il rinnovo della detenzione di Patrick e dare un’apparenza di legalità alla sua detenzione. Le sedute però non servono per impartire la giustizia per il futuro di Patrick, che ormai siamo certe e certi si trovi in pericolo, dato che è bloccato in un circolo vizioso di rinnovi di detenzione senza fine e senza base legale. #PatrickLibero”

Per Egyptian Initiative for Personal Rights, la ong con cui collaborava Zaki: ” le accuse sono le stesse e le nostre richieste rimangono le stesse. Siamo stanche, stanchi, perdiamo la cognizione del tempo e la disperazione a volte prende il sopravvento, eppure, una cosa che non smetteremo mai di chiedere è il rilascio incondizionato di Patrick. Speriamo che questo febbraio sia molto più gentile con lui e con noi del precedente. Patrick non deve completare un intero anno in prigione, speriamo che qualcuno ci ascolti e lo faccia uscire.

Intanto la ong è stata sloggiata dalla sua sede a Giardino City, “dopo che – si legge sulla pagina Facebook – il proprietario dell’immobile, ha deciso (per caso) di non rinnovare il contratto. Auguri al nuovo inquilino che è (il Coordinamento dei giovani partiti e politici) e il suo blocco parlamentare di membri (lista nazionale). Presto annunceremo l’indirizzo della nostra nuova sede e saremo felici di accogliervi (considerando le misure precauzionali del Corona. Fino ad allora, come al solito, riceveremo una corrispondenza sulla pagina, su Twitter o eipr@eipr.org”.